· Città del Vaticano ·

Incontro promosso dal Pontificio comitato per la Gmb

La Chiesa dei bambini e la rivoluzione della tenerezza

 La Chiesa dei bambini  e la rivoluzione della tenerezza  QUO-124
30 maggio 2025

di Daniele Piccini

È stata tutta incentrata sulla «rivoluzione della tenerezza» e sui bambini come non secondari compagni nel cammino di fede della Chiesa, l’odierna lectio magistralis scritta dal cardinale José Tolentino De Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, e letta dal gesuita Antonio Spadaro, segretario dello stesso Dicastero, durante il Simposio «La Chiesa dei Bambini - Verso la Giornata Mondiale dei Bambini (Gmb)».

Il meeting svoltosi nell’aula Pio XI di palazzo San Calisto, si è aperto con i saluti del francescano conventuale Enzo Fortunato, presidente del Pontificio Comitato per la Gmb, che lo ha organizzato in vista del World Children’s Day, che si terrà a settembre del 2026, e del Giubileo delle Famiglie, dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani, che si conclude domenica con la Messa di Leone XIV in piazza San Pietro.

Sulla vita dei più piccoli, le statistiche riportano numeri «agghiaccianti»: «Circa 400 milioni di bambini vivono in zone di conflitto e 13.000 muoiono ogni giorno per cause che potremmo evitare», ha commentato padre Spadaro a margine del testo del cardinale de Mendonça. Secondo il porporato serve dunque una teologia inclusiva, che comprenda i bambini: «Troppe volte — riferisce ancora la sua lezione — nel corso della storia, abbiamo concepito la teologia come un discorso prevalentemente astratto, lontano dalla carne viva della storia. L’infanzia, nella sua realtà più nuda e fragile, può e deve essere assunta come un vero e proprio locus theologicus».

Il posto legittimo dei bambini è, dunque, nel seno della teologia e nell’abbraccio spirituale della Chiesa. «I piccoli — ha detto Gleison De Paula Souza, segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita — ci ricordano che la Chiesa è madre e in quanto tale essa si sente a tutti gli effetti responsabile della loro tutela, della loro protezione e della loro crescita umana e spirituale. È una missione che la Chiesa condivide con i genitori e le famiglie che stanno dietro a ogni bambino».

La stessa categoria dell’infanzia è novità antropologica introdotta nella storia proprio dalla Chiesa. «L’essere bambino è stato inventato nel I secolo dopo Cristo, quando i nuovi valori del cristianesimo li hanno separati dagli adulti, attraverso il concetto di pudore e quello di responsabilità», ha spiegato la sociologa dell’infanzia Marina D’Amato, docente all’Università di Roma Tre. «Nel mondo antico precristiano le persone continuavano a fare nella loro età adulta le stesse cose che facevano da piccole», ha aggiunto; mentre «il cristianesimo ha distinto un’età umana in cui non si porta responsabilità delle proprie azioni, l’infanzia appunto, da una in cui si è invece pienamente responsabili», ha concluso.