Debito e clima:

Passare «dalle parole all’azione», perché «la speranza è il sogno di chi è sveglio»; ridurre le disuguaglianze tra Sud e Nord del mondo, condonando i debiti dei Paesi più poveri e promuovendo sistemi economici «al servizio della persona», come auspicato da Papa Francesco e rilanciato da Leone XIV. È la strada indicata nel corso della tavola rotonda che nel pomeriggio del 28 maggio ha riunito — collegati online da diverse parti del mondo — economisti, rappresentanti della società civile della Chiesa per proporre soluzioni su come porre fine alla crisi del debito, che ancora oggi costringe miliardi di persone alla povertà.
L’incontro sul tema “Pellegrini di speranza: un’ispirazione giubilare per agire su debito, clima e sviluppo”, è stato organizzato da Caritas Internationalis e dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale (Dssui). Sono intervenuti, tra gli altri, il cardinale francescano brasiliano Jaime Spengler, presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam); suor Alessandra Smerilli, segretario del Dssui; e l’arcivescovo Gabriele Giordano Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite. Sono tempi in cui le ingiustizie si annidano «all’ombra dell’indifferenza», ha denunciato Spengler. Smerilli ha menzionato la Cop30, che il suo Dicastero sta «accompagnando» e in cui, per la prima volta, la Chiesa — in particolare quella brasiliana — è «coinvolta in modo profondo». Caccia, da parte sua, ha definito la crisi del debito un «fallimento del nostro sistema economico globale», fornendo un dato: oltre 50 nazioni sono ad alto rischio. (edoardo giribaldi)