
di Giovanni Zavatta
Si sarebbe dovuto chiamare Cela, senza la m. Così aveva proposto padre Julián Mendoza Guerrero, poi vescovo e primo segretario del nuovo organismo. Ad aggiungerla — rivelò il giornalista colombiano Javier Darío Restrepo nel suo libro Celam 40 años sirviendo e integrando: datos para una historia — fu la Santa Sede per evitare che Cela fosse inteso come imperativo del verbo celar, nel senso di “vigilare”. Doveva cioè essere chiaro che «non si trattava di un’organizzazione superiore agli episcopati», di controllo. Era il 1955 e, dopo la Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano riunitasi dal 25 luglio al 4 agosto a Rio de Janeiro, l’istituzione del Consejo episcopal latinoamericano (Celam) venne approvata, il 2 novembre, da Papa Pio XII che quella conferenza aveva convocato ponendola all’insegna dell’evangelizzazione.
All’origine c’erano precise necessità: contrastare il calo di vocazioni e di ordinazioni sacerdotali nel continente, esaminare i bisogni della gente e i problemi religiosi alla luce dei segni dei tempi, trarre idonee indicazioni per rinnovare e rinvigorire l’attività apostolica della Chiesa attraverso uno strumento rappresentativo di tutti gli episcopati nazionali. «L’istituzione del Celam fu […] un risultato dinamico, aperto a sviluppi che hanno assunto un ritmo e un’importanza crescenti», disse Giovanni Paolo II all’udienza generale del 7 febbraio 1979.
L’assemblea generale che si apre oggi, 26 maggio, proprio a Rio de Janeiro, celebrerà il settantesimo anniversario di fondazione del Consiglio episcopale latinoamericano riunendo presidenti e segretari generali delle ventidue Conferenze episcopali del continente. Un’opportunità di discernimento pastorale, per rafforzare lo spirito di collegialità e di servizio al popolo, ma anche di ringraziamento: «È un ricordo grato. Questi settant’anni dimostrano come, lavorando insieme, possiamo rispondere alle sfide che Dio presenta alla regione», ha affermato padre Pedro Brassesco, vicesegretario generale del Celam, per il quale questa storia comune è una vera testimonianza del cammino sinodale seguito dall’episcopato latinoamericano e caraibico, un modello che oggi serve da fonte di ispirazione per tutta la Chiesa universale. Ed è un percorso che oggi chiede di andare avanti, rispondendo a nuove sfide e modalità di azione, ma con una prospettiva unitaria e partecipativa.
Durante i lavori i partecipanti vivranno un’esperienza di preghiera e di fede condivisa, nell’ambito dell’Anno santo della speranza, come pastori e discepoli missionari, condivideranno il cammino di accoglienza del Sinodo sulla sinodalità nei paesi della regione e celebreranno i dieci anni dell’enciclica Laudato si’ assieme a movimenti e associazioni.
Il 15 maggio il cardinale presidente del Consiglio episcopale latinoamericano, Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre, è stato ricevuto in udienza da Papa Leone XIV assieme al vescovo segretario generale del Celam, Lizardo Estrada Herrera. Fra i temi dell’incontro le attese e le speranze della Chiesa cattolica in vista della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop30) che si svolgerà proprio in Brasile, a Belém, dal 10 al 21 novembre.