«Si arrivi presto

di Roberto Paglialonga
La preoccupazione per la pace, in particolare in merito alla crisi in Ucraina, e la questione del riarmo, «sul quale il Papa ha espresso il timore che una maggiore attenzione per la spesa in armamenti vada a discapito del sostegno ai più bisognosi e ai più fragili». La pace è stata, inevitabilmente, uno dei temi principali toccati nell’udienza che Leone XIV ha concesso stamani alla presidenza della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità europea (Comece). Sul tema si è soffermato il vescovo presidente Mariano Crociata, nel corso di una conferenza stampa al termine dell’incontro con il Pontefice: su questo punto — ha ribadito poi in una intervista rilasciata ai media vaticani — «l’Europa è chiamata a trovare unità, cioè concordia e accordo fra le nazioni e i governi circa la volontà e la capacità di raggiungere un indirizzo comune».
L’udienza di stamattina «per noi ha un grande significato, perché avvenuta a pochi giorni dall’elezione di Leone e a poco più di un mese dalla morte di Papa Francesco», ha detto ancora Crociata. Il Pontefice agostiniano «ha voluto soprattutto ascoltarci liberamente, senza fornire indicazioni precise in questa fase, e in ciò abbiamo notato una grande attenzione da parte sua per l’Europa-istituzione, nata come progetto di pace, e per il suo funzionamento». Oggi, essa «affronta un momento delicato di confronto con la nuova amministrazione statunitense, insediatasi a inizio anno, e anche con un cambiamento di paradigmi nell’opinione pubblica, che vede l’espandersi in tanti Paesi di fenomeni preoccupanti come il populismo, spesso in contrasto con gli stessi principi cardine dell’Unione europea», ha ammesso il presidente della Comece.
In particolare, «siamo rimasti colpiti però — è intervenuto l’arcivescovo Antoine Hérouard, uno dei vicepresidenti della Comece — dalla sottolineatura che Leone XIV ha fatto relativamente alle conseguenze economiche e sociali del conflitto ucraino sulla vita delle persone. Più fondi per rinforzare i sistemi di difesa e di sicurezza non possono corrispondere a meno aiuti per chi soffre o vive in difficoltà». Un dato concreto che si è manifestato, per esempio, con l’aumento dei prezzi dell’energia. «Non siamo entrati nei dettagli, ha aggiunto il presule francese, ma ci siamo tutti fermati sull’esigenza di giungere presto a una pace che sia giusta. L’equilibrio tra pace e giustizia è fondamentale». E prendendo a sua volta la parola, un altro vicepresidente, il vescovo lituano Rimantas Norvila, ha evidenziato come «pur non vedendosi ancora soluzioni concrete, oggi tutti i Paesi europei devono sentirsi coinvolti nell’obiettivo di fermare la guerra quanto prima».
Anche le migrazioni sono state tra gli argomenti di riflessione nel corso dell’udienza. A parlarne in conferenza stampa è stato un altro vicepresidente, il vescovo portoghese Nuno Brás da Silva Martins. Da un lato, «c’è la necessità per l’Europa di accogliere i migranti anche per contrastare il calo demografico», dall’altra però si evince «una certa incapacità di integrare chi arriva ai nostri confini». Si tratta di una «problematica che riguarda il rispetto della persona in tutta la sua dignità», e che coinvolge «anche il tema delle radici cristiane dell’Europa». Occorre «trovare un punto di equilibrio», ha ribadito anche Crociata ai media vaticani, «tornando a uno sguardo razionale e attento alle persone». Invece «spesso si ha l’impressione che ci si faccia trascinare da paure esagerate, e dunque da una difesa che in realtà più che difendere, attacca, e porta queste persone a essere respinte o spostate in altri Paesi con effetti devastanti per la loro vita».
«Molto», inoltre, il Papa ha insistito sull’accompagnamento dei giovani e sulla trasmissione della fede in famiglia. Lo hanno evidenziato sia Crociata sia Hérouard. Mentre Czeslaw Kozon, vescovo di Copenaghen, e rappresentante in qualità di vicepresidente della Comece anche delle Conferenze episcopali scandinave, ha posto l’accento, nello specifico, sulla cancellazione dai registri battesimali: fenomeno che in molti Paesi, «come Belgio e Paesi Bassi», è in aumento. «Oltre al tema dei figli che accusano così i genitori di aver loro imposto una scelta di fede, c’è anche quello dell’ingerenza degli Stati nella vita della Chiesa e nell’organizzazione delle strutture della Chiesa, che rischia di mettere in discussione la libertà religiosa. E poi c’è il diritto e il dovere dei genitori di educare i figli». Prossimamente «si potrebbe addirittura arrivare a una decisione da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo su questo punto, perché le persone che vogliono cancellarsi dai registri, spesso per motivi ideologici, lo fanno invocando la normativa europea sul trattamento dei dati personali». Dunque, in pratica, ha spiegato padre Manuel Barrios Prieto, segretario generale della Comece, se invece della «sola annotazione della volontà di non appartenere più alla Chiesa cattolica (“sbattezzo”) a margine del nome, si andasse verso una cancellazione vera e propria del registro battesimale, questo sì porterebbe a un attacco alla libertà della Chiesa e a un mancato rispetto della sua autonomia».
Infine, grande attenzione il Papa ha mostrato verso l’intelligenza artificiale, ha concluso Crociata, «un argomento che coinvolge la disinformazione; il rispetto della dignità, della riservatezza, dell’identità e della libertà della persona; e che ha conseguenze sul piano del lavoro».