· Città del Vaticano ·

A Zhytomyr un asilo nido e un centro di aiuto gestiti da 3 suore della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth

Rifugio e speranza in tempo di guerra

 Rifugio e speranza in tempo di guerra  QUO-118
22 maggio 2025

di Tomasz Zielenkiewicz

Nel maggio 2022, nei locali forniti dalla Caritas a Zhytomyr, nel nord dell’Ucraina, le suore hanno aperto una scuola materna aperta tutto il giorno per i figli dei lavoratori delle infrastrutture critiche e dei volontari. Tre mesi prima era iniziata la guerra. «Non avevano dove lasciare i bambini, quindi ne abbiamo accolto per lo meno tanti quanti ce ne potevano stare nelle poche stanze», racconta suor Frantsyska Tumanevych della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth.

Oggi, circa 20 bambini tra i 4 e i 5 anni frequentano ogni giorno la scuola materna, oltre a seguire le lezioni di arte e di inglese, partecipano alla preghiera. «Questi bambini ogni giorno pregano per i soldati, per la pace — aggiunge la suora — non ci sono asili cristiani in Ucraina, quindi la nostra iniziativa è stata qualcosa di nuovo, il suo funzionamento è stato possibile grazie a Caritas Spes».

Nel 2024, suor Gabriela, con alle spalle 15 anni di lavoro negli Stati Uniti come psicologa, si unisce all’équipe. «È venuta con il desiderio di servire, anche se deve ancora imparare la lingua», riferisce suor Frantsyska. Ha iniziato a lavorare come coordinatrice presso il Centro assistenza familiare. Ogni mese più di 200 persone, tra bambini e adulti, utilizzano il servizio. I più piccoli imparano durante lezioni di gruppo con un pedagogo e uno psicologo, i più grandi frequentano laboratori di artigianato, mentre le donne che hanno perso i propri cari si incontrano in gruppi di sostegno. «È un luogo sicuro dove possono venire per il tè e una conversazione", afferma suor Frantsyska.

Circa la metà del personale è composto da donne sfollate, specialiste in logopedia, psicologia e pedagogia, che hanno, loro stesse, vissuto esperienze traumatiche. «"Queste donne sono un dono per noi», sottolinea la religiosa, che ricorda esempi di attività interessanti, come ginnastica linguistica, danza, canto.

«Le storie di queste donne sono molto difficili e commoventi, motivo per cui il funzionamento del centro è così importante», spiega ancora. «Attualmente abbiamo a che fare con una generazione di orfani e vedove, e molte delle famiglie sono distrutte perché i suoi membri sono all’estero».

Gestire un Centro di assistenza familiare regala anche la possibilità di potersi prendere cura dei bisogni primari. «Ci assicuriamo che i nostri assistiti abbiano la merenda, il tè, uno spazio, in modo che nulla cada su di loro e che abbiano condizioni confortevoli, che possano cenare e pregare con noi», spiega ancora la religiosa.

Oltre al loro servizio giornaliero nella scuola materna e nel centro, le suore organizzano ritiri e incontri di formazione per le famiglie. Suor Frantsyska, che lavora quotidianamente nel Tribunale ecclesiastico, sottolinea che il sostegno spirituale va di pari passo con l’aiuto materiale e psicologico. «Il nostro desiderio — conclude — è che queste persone non solo vivano un altro giorno, ma che siano anche in grado di trovare significato e speranza».

#sistersproject