
È morto ieri Nino Benvenuti, leggenda del pugilato. Aveva 87 anni. È stato medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma 1960 e campione del mondo.
Era rimasto fraternamente accanto ai suoi storici rivali sul ring: Emile Griffith — sostenendolo nelle fragilità della povertà tra Alzheimer e la cosiddetta “sindrome da demenza pugilistica” — e Carlos Monzón, andandolo anche abbracciare in carcere in Argentina.
Pur malato, Benvenuti aveva condiviso la sua storia nel libro «Giochi di pace. L’anima delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi», pubblicato nel 2024 dalla Libreria Editrice Vaticana su iniziativa di Athletica Vaticana. Concludendo così la sua testimonianza: ai Giochi di Roma «ho combattuto con la fede di mia mamma — purtroppo era morta già da quattro anni — legata ai lacci delle scarpette. Mentre ero sul podio ho pensato a mio padre Fernando: sono corso ad abbracciarlo. Per noi è stato un riscatto per la nostra dolorosa storia dell’esodo dall’Istria. Ecco, anche questi sono valori olimpici».