
Decine di canoe guidate dagli abitanti dei villaggi limitrofi hanno sfilato nei giorni scorsi lungo il fiume Indio, nella provincia panamense di Colón, per protestare contro il progetto di costruzione di un grande bacino idrico.
Una manifestazione pacifica in difesa delle loro terre per chiedere di essere inclusi nel processo decisionale: il governo vuole avviare nel 2027 i lavori per questo progetto, ritenendolo cruciale per le forniture di acqua di circa 2 milioni di cittadini panamensi. I timori delle comunità indigene locali — con oltre 2.000 persone che rischiano di dover lasciare le proprie abitazioni per via della costruzione della riserva d’acqua — si scontrano con lo spettro della crisi legata alla siccità, che nel 2023 ha seriamente minacciato l’approvvigionamento idrico della popolazione e i traffici attraverso il Canale di Panamá, voce essenziale del Pil del Paese centro americano.
«Non vogliamo che ci venga tolta l’acqua, ci serve», dichiara all’agenzia Afp l’agricoltore panamense Ariel Troya: «Se il progetto va avanti, ci toglierà il futuro». I manifestanti suggeriscono l’utilizzo del vicino lago di Bayano per far fronte alla siccità, ma le autorità panamensi scartano questa ipotesi per questioni logistiche e legate al costo, osservando inoltre che in quel caso le persone costrette a lasciare le proprie terre sarebbero 200.000.
L’Autorità del Canale di Panamá (Acp) ha assicurato che vuole mantenere aperti i canali di comunicazione con gli agricoltori locali della provincia di Colón. «Il bacino sul fiume Indio non solo punta a migliorare le infrastrutture idriche, ma intende promuovere opportunità produttive nella regione come la pesca, il turismo e i trasporti», ha dichiarato in una nota la dirigente di Acp, Karina Vergara. Il bacino in questione, da realizzare con un investimento di 1,6 miliardi di dollari (di cui 400 milioni per indennizzi), andrebbe ad occupare 4.600 ettari di territorio. Da lì, l’acqua verrà trasportata attraverso un tunnel di 9 km fino al lago Gatún per rifornire il Canale, a cui servono 189 milioni di litri di acqua per ogni nave che attraversa i due Oceani. Ma i contadini della provincia di Colón non ci stanno e dalle loro canoe gridano: «Il fiume non si tocca, è la nostra vita». (valerio palombaro)