Cancellare il debito

di Edoardo Giribaldi
Gli «ingiusti oneri finanziari» sono sintomo di profonde «fratture» nei sistemi globali, che finiscono per «violare la dignità della persona umana». Riaffermare il principio della cancellazione del debito significa proporre una soluzione a una crisi che coinvolge direttamente lo «sviluppo» dei Paesi interessati, e rinnovare gli impegni globali a favore della «giustizia» e della «solidarietà».
Con queste parole si è espresso l’arcivescovo Ettore Balestrero, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite e altre Organizzazioni internazionali a Ginevra, durante il suo intervento alla 26ª sessione del Gruppo di lavoro sul diritto allo sviluppo, in occasione di un dialogo interattivo dal titolo “Crisi del debito e diritto allo sviluppo”.
Balestrero ha ricordato come tale discussione sia avvenuta in un Anno Santo, sottolineando come esso rappresenti un’occasione speciale per ripensare la questione del debito internazionale, «che minaccia seriamente il futuro di molte nazioni, soprattutto di quelle più povere».
Una «crisi» che rimane strettamente legata allo sviluppo di tali Paesi, il cui debito estero «è quadruplicato in due decenni, raggiungendo la cifra record di 11.400 miliardi di dollari nel 2023, quasi equivalente al 99% dei loro proventi da esportazione», ha osservato il nunzio, aggiungendo come attualmente 3,3 miliardi di persone vivano in Stati «che spendono più per gli interessi sul debito che per la salute o l'istruzione».
La posizione della Santa Sede si configura dunque come una «chiamata all’azione», per fare fronte a una crisi che minaccia una «rottura più profonda negli impegni globali per la giustizia e la solidarietà».
I principi ispiratori per affrontare tali problematiche devono essere fondati sulla dignità umana e sul bene comune: «I sistemi economici devono essere al servizio delle persone, non il contrario», ha precisato il presule. È inoltre fondamentale che i prestiti e gli indebitamenti rispettino criteri di «responsabilità».
L’Osservatore permanente della Santa Sede ha anche richiamato le parole di Papa Francesco contenute nell’enciclica Laudato si’: Il debito estero dei Paesi poveri non dovrebbe mai diventare uno «strumento di controllo». Non meno importante, ha concluso Balestrero, è il rispetto della «giustizia» e la necessità di inquadrare ogni provvedimento nell’ottica di una autentica «solidarietà globale».