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Papi e santi pellegrini al santuario agostiniano

 Papi e santi pellegrini al santuario agostiniano  QUO-109
12 maggio 2025

Un’immagine ritrae Leone XIV inginocchiato in preghiera nella Cappella Paolina appena dopo l’elezione. Accanto al Tabernacolo con il Santissimo Sacramento ben illuminata si vede un’icona mariana: è una copia della Madonna del Buon Consiglio, particolarmente venerata dalla famiglia agostiniana, alla quale il nuovo Pontefice appartiene.

Ma anche molti suoi predecessori pur non appartenendo all’ordine religioso hanno dimostrato un legame particolare con il quadro giunto nel 1467 da Scutari, in Albania, nel santuario laziale: esattamente il 25 aprile l’immagine della Vergine apparve su una parete dell’allora piccola chiesa fatiscente a Genazzano. L’inspiegabile apparizione fece gridare al miracolo e la fama dell’avvenimento si diffuse ben oltre i confini della regione. Perciò tre mesi dopo Paolo II inviò due vescovi affinché ottenessero informazioni più dettagliate. Il suo successore Sisto IV fece pervenire generose offerte al santuario e la devozione fu propagata in particolare dai frati agostiniani che officiavano la chiesa.

Alessandro VI emanò un decreto che comminava la scomunica contro ignoti che vi avevano trafugato documenti e beni di valore. Gregorio XIII concesse l’indulgenza plenaria «al defunto per il quale venisse celebrata la santa messa all’altare della cappella della Madonna».

Il 21 ottobre 1630 Urbano VIII si recò in pellegrinaggio a Genazzano «con molti eminentissimi cardinali, et altri principi, e signori — come annotato lo storico agostiniano padre Torelli — ; ed io viddi quel buon Pontefice, dopo aver celebrata la messa, mentre stava genuflesso avanti l’altare di Maria, piangere dirottamente».

Innocenzo XI autorizzò il capitolo di San Pietro a incoronare con duplice corona d’oro l’immagine, con il seguente motivo: «Dopo avere nuovamente ricevuto la relazione delle cose mirabili che Dio si è degnato e si degna di operare per l’intercessione della beata Vergine Maria nella chiesa di Santa Maria in Genazzano, il Capitolo stabilì di decorare l’immagine con rito solenne».

Clemente XII concesse ai devoti presenti nel santuario l’indulgenza plenaria nella festa della “venuta” (25 aprile) e nell’ottava. E con il breve Iniunctae nobis del 2 luglio del 1735 Benedetto XIV approvava e confermava la Pia Unione della Madonna del Buon consiglio, a cui egli stesso volle iscriversi.

Significativo poi fu quanto stabilito da Pio VI: a seguito della relazione sull’apparizione dell’immagine redatta dai custodi dell’Archivio vaticano, i monsignori Gaetano e Callisto Marini, da lui inviati a Genazzano nel 1779, concedeva le medesime facoltà di cui già godeva il santuario mariano di Loreto per quanto riguardava l’assoluzione dei peccati. Inoltre Pio VI approvava l’officio e la messa Proprii apparitionis imaginis B. Mariae V. a bono consilio per i religiosi agostiniani.

Pio IX vi si recò da Castel Gandolfo il 15 agosto 1864, festa dell’Assunzione, nel decennale della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione.

E non poteva non avere una speciale predilezione per la Madre del Buon Consiglio il predecessore che ha ispirato il nome del nuovo Pontefice. Papa Pecci era infatti nato a Carpineto Romano, non lontano da Genazzano. Sin da piccolo la mamma gli aveva insegnato a invocare la Madre del Buon Consiglio. Il 7 marzo 1903 Leone XIII elevò il santuario alla dignità di basilica minore. E fece innalzare di altri due piani il convento degli agostiniani attiguo alla chiesa, in modo da ospitare i numerosi confessori che arrivavano al santuario nei giorni di festa. Inoltre aggiunse alle litanie lauretane l’invocazione Mater Boni Consilii. Le ragioni per cui a Maria si addice il titolo di “Madre del Buon Consiglio” furono esposte nel decreto Ex quo beatissima Virgine del 22 aprile dello stesso anno, a firma del cardinale Serafino Cretoni, prefetto della Congregazione dei Riti. «Dall’istante in cui la beata Vergine accettò l’eterno disegno di Dio e il mistero del Verbo incarnato meritò di essere chiamata anche Madre del Buon Consiglio» si legge in un passo del documento, dove si aggiunge: «Inoltre, ammaestrata dalla viva voce della sapienza divina, quelle parole di vita ricevute dal Figlio e conservate nel cuore, le riversava generosamente sul prossimo».

Eugenio Pacelli, sia da seminarista sia da giovane sacerdote, si recò più volte al santuario come pellegrino. Papa dal 1939, ricorrendo il 2 luglio 1953 il secondo centenario dell’istituzione della Pia Unione, Pio XII inviò al superiore generale degli agostiniani una lettera «di plauso e di benedizione a tutti i devoti della Madonna del Buon Consiglio e a chi ne promuove il culto».

Il 25 agosto 1959 fu Giovanni XXIII a recarsi al santuario, senza alcun apparato esterno e con la massima discrezione. Volle tuttavia che due religiosi agostiniani del posto lo accompagnassero all’interno del santuario. Eppure nella tarda mattinata di quel 25 agosto, tutti a Genazzano e nei dintorni sapevano della visita di Papa Roncalli. E nell’attesa la popolazione si era riversata per le vie e nella piazza. Non appena l’auto con a bordo il Pontefice riuscì, a stento, a entrare nella piazza, «un’acclamazione — come ricorda la cronaca dell’Osservatore Romano del 26 agosto 1959 — unanime e persistente si levò da ogni cuore e da ogni labbro. Che tripudio, e quale incontenibile emozione! Era la luce di una visita non pensata e proprio forse per questo, tanto più gradita».

Prima di lasciare il santuario il “Papa buono” recitò con i fedeli tre avemarie per chiedere la speciale protezione della Madonna sui bambini, per invocare il suo conforto a beneficio degli infermi e dei sofferenti, nel corpo e nell’anima.

Il giorno dopo, a Castel Gandolfo, ricordando la visita a Genazzano, rivolse un particolare ringraziamento alla Vergine per avergli permesso di raggiungere incolume l’altare. Nel sottolinearlo Giovanni XXIII si compiaceva del grandissimo, commovente affetto, che tutti i presenti gli avevano dimostrato.

Anche Paolo VI aveva messo in programma una visita, ma per motivi di salute la dovette rinviare.

Tre giorni prima di partire per l’Albania, il 22 aprile 1993, fu Giovanni Paolo II a recarvisi: alla protezione della Madre del Buon Consiglio il Pontefice affidava l’imminente viaggio. «È ben noto — affermò Papa Wojtyła — il profondo legame che unisce questo santuario alla città di Scutari» da cui «proviene l’immagine della Madonna del Buon Consiglio qui venerata: secondo una pia tradizione, essa trasmigrò dalla chiesa che là l’ospitava, scampando così miracolosamente all’invasione turca del 1467».

Il 9 luglio 2009 Benedetto XVI benedisse nei giardini vaticani un’icona raffigurante la Madonna del Buon Consiglio, realizzata dallo Studio del mosaico della Fabbrica di San Pietro, e il luogo dove è collocata l’immagine è stato denominato largo Madre del Buon Consiglio. Volle inoltre far ricollocare l’immagine della Madre del Buon Consiglio nella Cappella Paolina del Palazzo apostolico, da lui fatta riaprire al culto, dopo lavori di restauro, il 4 luglio 2009, pochi giorni dopo la chiusura dell’Anno paolino.

Tra i santi che sono andati in pellegrinaggio a Genazzano figurano Luigi Orione e madre Teresa di Calcutta: entrambi più volte. Ai suoi confratelli don Orione confidava: «La Piccola Opera è nata ai piedi della Madonna del Buon Consiglio e fu davanti all’immagine della Madonna in duomo che raccolsi i primi ragazzi per formare l’oratorio».

L’ultima visita compiuta dalla fondatrice delle Missionarie della Carità avvenne il 10 giugno 1993. Accompagnata da due consorelle e da una donna, entrò nel santuario e si inginocchiò in un banco, partecipando all’adorazione cui stavano prendendo parte i fedeli. Alla notizia della sua presenza, il santuario, già colmo di gente in preghiera, si gremì fino all’inverosimile. E al termine dell’adorazione, la religiosa chiese un’immagine della Madre del Buon Consiglio: l’avrebbe portata con sé in un suo imminente viaggio in Cina.