· Città del Vaticano ·

Al rientro dalla cittadina laziale il Pontefice si è recato nella basilica di Santa Maria Maggiore

In preghiera sulla tomba di Francesco

 In preghiera sulla tomba di Francesco   QUO-109
12 maggio 2025

di Salvatore Cernuzio

Due Papi — uno con le ginocchia a terra, l’altro con lo sguardo dal cielo — che si sono incontrati in un piccolo spazio, interamente bianco. Un fotogramma di forte impatto quello del tardo pomeriggio di sabato scorso, 10 maggio, quando al ritorno dalla sua prima uscita, al santuario della Madre del Buon Consiglio a Genazzano, Leone XIV ha voluto fermarsi nella basilica papale di Santa Maria Maggiore per pregare sulla tomba di Papa Francesco, che lì è sepolto.

Il primo gesto è stato inginocchiarsi e deporre una rosa bianca — l’immancabile fiore in ricordo di santa Teresina di Lisieux tanto cara a Jorge Mario Bergoglio — sul marmo, nel punto in cui è incisa la scritta Franciscus.

Alle 19.05, dopo l’orario di chiusura delle visite, il Pontefice agostiniano è arrivato nel sagrato della basilica liberiana, dove i fedeli stavano per iniziare la recita del rosario serale. La sicurezza ha bloccato accessi e passaggi e quello è stato il primo segnale: «Ma chi sta arrivando?», ha domandato una donna stretta alla transenna. «Il Papa, signora!», le è stato risposto. «Il Papa? Come il Papa?». Neanche il tempo di finire la frase che il Multivan nero con Leone XIV a bordo è apparso sulla rotatoria del sagrato, accolto da un’ovazione, dagli applausi e dal saluto «Leone! Leone!» che accompagnano il Pontefice.

Seduto nel sedile anteriore della vettura, Papa Prevost ha salutato dal finestrino la folla, poi ha varcato il cancello laterale, quello che per oltre un centinaio di volte ha visto entrare la Fiat 500 L bianca con a bordo Papa Francesco che si recava a Santa Maria Maggiore a salutare e ringraziare la “Madre”. Sorprendente la prontezza degli oltre cento fedeli nel correre dall’esterno verso l’interno della basilica e sistemarsi tra le colonne transennate ai lati della navata centrale per salutare l’ingresso del Papa. Fortissimo l’applauso, ancora più forte il grido di «Papa Leone!» che ha accompagnato l’arrivo del Pontefice, sorridente, pacato, con la mano destra alzata a salutare chiunque avesse davanti. Una selva di smartphone e telecamere ha immortalato ogni passaggio, scandito da qualche carezza e saluto. La direzione è stata la cappella della Salus Populi Romani, dove Leone XIV si è fermato alcuni istanti in preghiera dinanzi all’icona della patrona di Roma, che storia e tradizione vogliono essere stata dipinta da san Luca.

Il Papa ha posato sull’altare un mazzo di rose. Insieme a lui il cardinale Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore di Santa Maria Maggiore, e due porporati argentini, il gesuita Ángel Sixto Rossi, arcivescovo metropolita di Córdoba, e il lazzarista Vicente Bokalic Iglic, arcivescovo di Santiago del Estero e primate di Argentina, i quali avevano celebrato poco prima la messa domenicale.

Uscendo dalla basilica, Leone XIV si è fermato con gruppo di suore e alcune donne e bambini riusciti ad arrivare fino al cordone in velluto. Qualche stretta di mano, sotto il controllo dei gendarmi, mentre tra mosaici e affreschi risuonavano cori in italiano e spagnolo.

Un ultimo sorriso alla folla, poi il Papa ha rivolto lo sguardo verso la nicchia dove il gioco di luci illumina una riproduzione della croce del Buon Pastore, quella che Jorge Mario Bergoglio ha portato per oltre dodici anni al collo sopra la talare bianca. Un collaboratore ha passato la rosa bianca a Leone XIV ed egli si è inginocchiato, posandola su un lato della tomba. Poi, sempre in ginocchio e nel silenzio — silenzio osservato anche da tutti i presenti in basilica — è rimasto per diversi minuti raccolto in preghiera, a capo chino, con le mani giunte. Quindi ha proseguito il breve percorso fermandosi sotto la statua di Maria Regina Pacis, affacciandosi nella Cappella Paolina e fermandosi brevemente con le prime file di fedeli radunati al di là dei cordoni.

Di nuovo l’uscita verso la sagrestia; ancora saluti, flash, riprese con gli smartphone, addirittura un uomo che ha videochiamato la famiglia per far vedere costa stava accadendo. «Ma che fortuna! Proprio stasera siamo venuti qui e c’era il Papa!», ha esclamato una donna.

Un ultimo boato, un ultimo coro di «Leone! Leone!» insieme all’affettuoso «Viva il Papa!»; poi la talare bianca indossata da Prevost è uscita dal portone ligneo della basilica. Un’altra corsa dei fedeli per salutare l’uscita del Pontefice. Ma l’automobile nera ha fatto il giro inverso, passando per il sagrato antistante, sopra il Colle Esquilino, con grande sorpresa di chi si era perso l’arrivo. Ovvero i tanti pellegrini per ore in coda per rendere omaggio a Franciscus.