· Città del Vaticano ·

Un’intera nazione emozionata per l’elezione di Leone XIV

Il Perú in festa
abbraccia il “suo” Papa

People celebrate at the Cathedral of Saint Mary, on the day of the election of Pope Leo XIV, in ...
09 maggio 2025

di Stefano Leszczynski

Tutta la Chiesa universale è in festa per l’elezione di Leone XIV, ma la commozione e la gioia espressa dai fedeli e dal popolo peruviano è tanto più grande, quanto più inaspettato era questo Pontificato. L’entusiasmo e gli auguri che al nuovo Papa giungono dall’amata patria adottiva vengono sintetizzati dal titolo del quotidiano «Peru21»: “Prevost, un pastore dal cuore peruviano”. Il Pontefice agostiniano ha infatti trascorso gran parte della sua carriera nel Paese come missionario e come vescovo di Chiclayo, dove — scrivono i commentatori — si è guadagnato il rispetto per la sua capacità di gettare ponti, ottenendo persino la cittadinanza del paese. Nel suo primo saluto, subito dopo aver parlato dell'eredità di Francesco, Papa Leone XIV non ha dimenticato di citare e salutare in spagnolo la cittadina che ha un posto speciale nel suo cuore: Chiclayo. E questo ha suscitato grande entusiasmo in tutta la cittadinanza.

Anche la Conferenza episcopale peruviana ha espresso immediatamente in un messaggio «la profonda gioia e gratitudine», condivisa con tutta la popolazione, «per la nomina del Cardinale Robert Francis Prevost, Leone XIV, a nuovo pastore universale della Chiesa». Si legge nella nota: «Il Santo Padre conosce a fondo la nostra terra: dalle sabbie calde delle nostre coste, alla forza indomabile dei nostri altipiani e al cuore verde della nostra Amazzonia. Nel suo viaggio evangelizzatore attraverso il nostro Perú, ha rafforzato la fede con il suo messaggio attento alle esigenze degli umili, con le sue parole sagge e prudenti che educano alla ricerca della verità, con la sua affabile vicinanza a tutti, credenti e lontani, sempre mossi dall’amore di Gesù Cristo».

I vescovi del paese sudamericano ricordano nel messaggio «la sua testimonianza di vita e il suo servizio ai più umili» rammentando come il suo profondo impegno pastorale e spirituale abbia «lasciato un segno indelebile nella nostra Chiesa e nella nostra società». «In questo Giubileo della speranza ci sentiamo benedetti dal Signore», scrivono i vescovi, aggiungendo: «Ricorderemo sempre con affetto la sua generosa dedizione alla Chiesa in Perù, in particolare il suo lavoro come vicepresidente della Conferenza episcopale peruviana e come vescovo della diocesi di Chiclayo e amministratore apostolico della diocesi di Callao, dove ha esercitato la sua leadership con saggezza, umiltà e un profondo amore per il popolo di Dio».

In particolare, il cardinale peruviano Pedro Barreto, arcivescovo emerito di Huancayo, ha espresso grande soddisfazione per la nomina. «Mi ha rassicurato molto perché è una continuità con Papa Francesco», ha detto il porporato. «Abbiamo un Papa che ama davvero il Perú», ha commentato.

Anche la Pontificia università cattolica del Perú, di cui il cardinale Prevost è stato membro dell’assemblea accademica ha voluto esprimere le sue felicitazioni assicurando: «La nostra identità cristiana e umanista, strettamente legata alle nuove generazioni, ci spinge a contribuire al cammino della Chiesa».

A voler ricordare la vicinanza di Papa Leone XIV alle persone in condizioni di maggiore fragilità è anche Luis Alberto Barrera, attuale vescovo di El Callao, la zona portuale vicino alla capitale dove l’attuale pontefice ha trascorso un anno durante il periodo della pandemia. Nonostante le restrizioni, ha visitato le mense popolari nelle dune di Pachacamac, una zona povera del porto. In quel periodo, «svolgendo il suo servizio nell'amministrazione di questa diocesi, ha dimostrato la sua vicinanza, la sua semplicità con la gente». Lì Robert Francis Prevost lavorava in un ufficio modesto, dormiva nella comunità agostiniana ricorda monsignor Barrera sottolineando, «come ogni buon missionario era una persona molto semplice che si adattava a tutto».