I vescovi italiani:

Roma, 9. Papa Leone XIV «può contare» sulle Chiese in Italia, impegnate ad essere «strumenti vivi per realizzare il sogno evangelico di diventare un’unica famiglia umana», un «solo popolo sempre in pace», com’egli stesso ha detto affacciandosi ieri pomeriggio alla Loggia esterna della Benedizione della Basilica Vaticana. È quanto assicura la Conferenza episcopale italiana (Cei) in un messaggio in occasione dell’elezione del Pontefice, a firma della presidenza.
I vescovi, guidati dal cardinale Matteo Maria Zuppi, esprimono i sentimenti di «commozione e gioia» nell’accogliere la notizia. «Insieme alle comunità ecclesiali — scrivono, rivolgendosi direttamente al Santo Padre — eleviamo il canto di lode al Signore per il dono della Sua chiamata a essere principio e fondamento visibile dell’unità nella fede e della comunione nella carità», definendolo «messaggero di pace in un mondo lacerato e ferito».
Il richiamo è proprio alle prime parole pronunciate ieri dal Papa. «Accogliamo il Suo invito a “essere una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta a ricevere — come ha ricordato il Pontefice riferendosi a Piazza San Pietro — con le braccia aperte, tutti, tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, della nostra presenza, del dialogo e dell’amore”». La Cei, prosegue la nota, «è unita in modo speciale» al Papa, «Vescovo di Roma e Primate d’Italia». Espressa al contempo la gratitudine di «poter esercitare la collegialità episcopale» sotto la guida «paterna» del Papa. Le comunità ecclesiali, vanno avanti i vescovi, «si rallegrano con noi stringendosi intorno a colui che custodisce l’unità nella carità. Oggi la storia e soprattutto l’affetto di noi tutti si intrecciano per creare un nuovo rapporto, saldo e filiale»
Seguendo gli appelli dell’amato predecessore Francesco, i presuli ricordano di essersi posti «in uscita» e «in cammino» con la gioia di chi «ha sperimentato la pace di Cristo Risorto». Una pace che, evidenziano rilanciando ancora le parole di Papa Prevost, che è «disarmata e disarmante, umile e perseverante», perché «proviene da Dio, che ci ama tutti incondizionatamente». In questo tempo, osservano, «così tumultuoso per i conflitti che affliggono vaste aree del pianeta e i vari cambiamenti sociali e culturali in atto», la Cei assicura di continuare a lavorare «per la pace nel mondo», con un impegno a «costruire ponti di dialogo, per soccorrere l’umanità sofferente, per essere sempre a servizio degli ultimi e dei più bisognosi», come auspicato dal Pontefice.
L’elezione nel tempo liturgico di Pasqua, aggiunge la Conferenza episcopale italiana, è «un segno che il Risorto non ci ha lasciato orfani». Rendendo grazie a Dio, i vescovi affidano quindi a Maria il ministero di Leone XIV, «perché illumini il Popolo di Dio con la verità del Vangelo e lo edifichi con la testimonianza di vita». (giada aquilino)