· Città del Vaticano ·

Da Pavia l’affetto per il nuovo Papa

Aiuterà la Chiesa a fare nuovi passi avanti

 Aiuterà la Chiesa a fare  nuovi passi avanti   QUO-107
09 maggio 2025

Il messaggino con la notizia della fumata bianca è arrivato al telefono dei religiosi agostiniani della basilica di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia, dove si custodiscono le reliquie del santo vescovo di Ippona, alla fine della recita del Vespro. La gioia per l’elezione del primo Pontefice dell’ordine di sant’Agostino è immensa: «Siamo in festa. Prevost ha il cuore a Pavia. Abbiamo subito acceso una lampada accanto alle reliquie — dice ai media vaticani padre Gianfranco Casagrande, priore della comunità della città lombarda — perché il Santo possa sostenere, proteggere e incoraggiare Leone XIV».

Le occasioni di lavorare insieme sono state tantissime, soprattutto nel periodo in cui l’americano Prevost era il Priore generale dell’Ordine e lui il superiore della Provincia italiana.

Pace, giustizia e missione: le prime parole del nuovo Successore di Pietro. «Sono un richiamo soprattutto a Leone XIII, grande amico degli agostiniani», spiega Casagrande. «Fu lui che creò santa Rita, santa Chiara da Montefalco, ha beatificato tantissimi frati, monache, suore agostiniane. È stato veramente un benefattore dell’ordine di sant’Agostino, oltre a essere il Papa della Rerum novarum, quindi della rifondazione dello stile sociale della Chiesa. Io penso che scegliendo questo nome Prevost ha recuperato tutta la teoria dei Papi dal 1900 in poi».

Padre Casagrande ragionevolmente auspica che il nuovo Pontefice potrà «fare un salto qui a Pavia a pregare Sant’Agostino». L’augurio dei confratelli è quello «che la sua capacità di dialogo, il suo equilibrio e anche la sua intelligenza e il suo profondo radicamento nella teologia, soprattutto nella spiritualità e nel pensiero di Sant’Agostino, aiuteranno tutta la Chiesa a fare un passo ancora in avanti proprio nella adesione, come diceva lui [il neoeletto Papa, ndr], a Cristo risorto e alla Chiesa e al mondo intero». In un tempo di violenza lacerante e di divisioni si leva l’anelito all’unità, «perché solo da questa unità — conclude il religioso — scaturisce la condivisione e da questa la comunione, la capacità di sentirci fratelli e sorelle». (antonella palermo)