
«Perché attraverso il lavoro ogni persona si realizzi, le famiglie si mantengano con dignità e la società possa divenire più umana». A questa intenzione di preghiera, annunciata nella consueta pubblicazione annuale, Francesco intendeva dedicare il mese di maggio 2025.
A causa della sua morte, il video mensile diffuso dalla Rete mondiale di preghiera del Papa cambia formula: oltre alle riflessioni di Bergoglio, vengono proposte anche quelle dei predecessori Benedetto xvi e Giovanni Paolo ii su questo tema che rimanda alla dottrina sociale della Chiesa.
Le parole del Pontefice argentino sottolineano che il lavoro conferisce «un’unzione di dignità», visto che Gesù stesso ha lavorato come falegname, «mestiere piuttosto duro» che «non assicurava grandi guadagni», e che lo ha accomunato a tutti i lavoratori della storia. Quelle di Benedetto xvi rimarcano l’importanza primaria del lavoro «per la realizzazione dell’uomo e per lo sviluppo della società» senza, però, pretendere «di trovare in esso il senso ultimo e definitivo della vita», che risiede solo in Dio.
Procedendo a ritroso, viene riproposto anche il magistero di san Giovanni Paolo ii, che esortava ad affrontare gli squilibri economici e sociali e le situazioni di ingiustizia, mettendo «al primo posto la dignità dell’uomo e della donna che lavorano, la loro libertà, responsabilità e partecipazione». Senza dimenticare quanti «soffrono per mancanza di occupazione, per salario insufficiente, per indigenza di mezzi materiali».
Nel video scorrono immagini di una falegnameria, con una statua di san Giuseppe scolpita a mano nell’Ottocento in legno di tiglio, in Val Gardena; poi della Cittadella internazionale di Loppiano in cui si sperimenta un’economia di comunione sul modello proposto da Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari; infine altre evocative dello sfruttamento che milioni di lavoratori subiscono.
Il direttore internazionale della Rete mondiale di preghiera del Papa, il gesuita Cristóbal Fones, evidenzia la continuità tra i tre Pontefici e riferendosi a Bergoglio spiega: «Ci dice che se vogliamo una società più giusta, dobbiamo promuovere l’impiego dignitoso, stabile, realizzato in ambienti salutari e con misure di sicurezza adeguate, che comporti il rispetto dei diritti fondamentali e la protezione sociale, oltre a un salario che permetta alle famiglie — conclude Fones — di mantenere una buona qualità di vita».