· Città del Vaticano ·

In fiduciosa attesa

 In fiduciosa attesa   QUO-104
07 maggio 2025

«Farò sorgere un sacerdote fedele, che agirà secondo i desideri del cuore» di Dio: l’antifona Suscitabo mihi sacerdotem fidelem ha accompagnato la lunga processione che stamani, mercoledì 7 maggio, lentamente ha fatto ingresso nella basilica Vaticana, gremita di cinquemila fedeli, in occasione della messa Pro eligendo Romano Pontifice. A presiedere il rito all’altare della Confessione, è stato il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio.

Nel luogo di culto che custodisce le spoglie di Pietro, il cui successore il Conclave è chiamato ad eleggere, hanno concelebrato 220 porporati, tra elettori e non elettori. Dopo aver intonato il Gloria in lingua latina, il cardinale Re ha invocato Dio, «pastore eterno» affinché doni alla «Chiesa un pastore a te gradito per santità di vita, vigile e premuroso nella cura del tuo popolo».

La prima Lettura, tratta dal profeta Isaia (61, 1-3a. 6a. 8b-9), è stata proclamata in inglese; poi in italiano è stato intonato il Salmo 88 «Canterò per sempre l’amore del Signore» e in spagnolo è stato letto un brano della lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (4, 11-16). Il Vangelo, proclamato in latino, è stato quello di Giovanni (15, 9-17): è il passo in cui Gesù invita i discepoli a rimanere nel suo amore e spiega loro di averli scelti e costituiti perché vadano e portino frutto «e il vostro frutto rimanga».

Il cardinale Re ha quindi pronunciato l’omelia, richiamando il Conclave alla «massima responsabilità di porre le “somme chiavi”», come affermò Dante Alighieri, «nelle mani giuste», affinché Dio conceda alla Chiesa il Papa «di cui ha bisogno il nostro tempo».

La preghiera dei fedeli è stata in sei lingue: francese, swahili, portoghese, malayalam, cinese e tedesco. Sono state elevate particolari intenzioni per la Chiesa, affinché il Signore «la custodisca nella verità e nella santità, nell’unità e nella pace»; e per i cardinali chiamati ad eleggere il Pontefice, perché «il Signore li colmi del suo Spirito di intelletto e di consiglio, di sapienza e di discernimento». In lingua cinese si è pregato anche per il defunto Papa Francesco, affinché il Signore «lo introduca nella pienezza della vita eterna, in chi ha creduto e sperato nel suo pellegrinaggio terreno». Un’intenzione è stata elevata poi per tutti i popoli della terra, affinché Dio guidi tutti gli uomini «all’edificazione del bene e della giustizia, della solidarietà e della concordia».

Al momento della preghiera eucaristica, accanto al celebrante principale sono saliti all’altare il vice-decano, Leonardo Sandri, e i cardinali Francis Arinze, Pietro Parolin e Marc Ouellet, dell’ordine dei vescovi.

Prima di impartire la benedizione finale, il cardinale Re ha pregato il Signore affinché doni «un pastore santo che illumini il tuo popolo con la verità del Vangelo e lo edifichi con la testimonianza della vita».

La celebrazione eucaristica si è conclusa con il canto dell’antifona mariana Regina Caeli.

Il rito è stato coordinato da monsignor Krzysztof Marcjanowicz, cerimoniere pontificio e sottosegretario del Dicastero per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti, ed è stata animata dal coro della Cappella Sistina, diretto dal maestro Marcos Pavan.

Erano presenti, con il Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, gli arcivescovi Edgar Peña Parra, sostituto della Segreteria di Stato, Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, e monsignor Luciano Russo, segretario per le Rappresentanze pontificie.

Hanno prestato servizio liturgico i ministranti del Collegio Sedes Sapientiae. Al termine, i cardinali elettori hanno fatto ritorno nella Domus Sanctae Marthae, in attesa dell’inizio del Conclave.