L’undicesima

L’impegno e la responsabilità dei cardinali nel sostenere il nuovo Papa — chiamato a essere un vero pastore, una guida che sappia andare oltre i confini della sola Chiesa cattolica, promuovendo il dialogo e la costruzione di rapporti con altri mondi religiosi e culturali — sono stati ribaditi dal Collegio cardinalizio nell’undicesima Congregazione generale in vista del conclave, svoltasi nel pomeriggio di ieri, lunedì 5 maggio, nell’Aula nuova del Sinodo. Lo ha riferito il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, incontrando i giornalisti alla fine dei lavori, iniziati alle 17 con un momento di preghiera comune e terminati alle 19, con la presenza di circa 170 porporati, di cui 132 elettori.
Una ventina gli interventi concentrati su temi di grande rilevanza pastorale ed ecclesiale, a partire dalla questione dell’etnicismo all’interno della Chiesa e della società. Si è parlato del fenomeno migratorio, riconoscendo nei migranti un dono per la Chiesa, ma anche sottolineando l’urgenza di accompagnarli e sostenerne la fede nei contesti di mobilità e cambiamento. In più occasioni sono state richiamate le guerre in atto, con toni spesso segnati dalla testimonianza diretta di cardinali provenienti da regioni colpite da conflitti. Si è tornato a parlare del cammino del Sinodo sulla sinodalità, visto come espressione concreta di un’ecclesiologia di comunione, nella quale tutti sono chiamati a partecipare, ascoltare e discernere insieme. È stata anche evidenziata la sfida rappresentata dalla diffusione delle sette in varie parti del mondo.