· Città del Vaticano ·

Le associazioni di volontariato di Pompei si sono unite per mettersi al servizio di chi ha bisogno

Un panino e una carezza

 Un panino e una carezza  ODS-032
17 maggio 2025

di Loreta Somma

Sotto il manto di Maria trovano spazio tutti i suoi figli e insieme si muovono incontro ai fratelli più bisognosi: è questo il senso profondo della sinergia che, da alcuni mesi, lega varie organizzazioni al servizio della carità che operano all’ombra del Santuario della Madonna del Rosario di Pompei. Membri della Comunità Papa Giovanni xxiii, volontari lasalliani del centro educativo “Bartolo Longo”, operatori della mensa per i poveri “Papa Francesco” (gestita dal Sovrano Militare Ordine di Malta) e scout di Pompei 1 e 2, delle parrocchie San Giuseppe e Sacro Cuore, si sono uniti per essere testimoni di speranza tra le persone senza dimora che gravitano attorno alla Stazione Centrale di Napoli, in Piazza Garibaldi.
Per non sovrapporsi ad altre organizzazioni, il gruppo ha pensato bene di coordinarsi con la Caritas della diocesi partenopea e ha avuto assegnato come giorno di servizio la domenica.

Avviata nel 2018, grazie ad alcuni membri dell’associazione di Don Benzi (del quale quest’anno si ricorda il centenario della nascita), Teresa e Carmine, della casa di Torre del Greco, e Renata, Ivan e Angela della Casa Famiglia “Santa Maria del Cammino” di Pompei, l’iniziativa adesso ha raggiunto dimensioni significative, riuscendo a preparare e a servire, ogni domenica, alcune centinaia di panini. L’impegno inizia al mattino, con i supermercati e i benefattori che consegnano pane e companatico a fratel Filippo Rizzo, dei Fratelli delle Scuole Cristiane, direttore del centro intitolato al fondatore di Pompei (che sarà presto canonizzato). Nel pomeriggio, i volontari lasalliani preparano i panini, così come fanno i rover e le scolte degli scout, nella casa famiglia “Maria, Madre della Misericordia” guidata da Romano e Francesca, all’interno del Centro per il Bambino e la Famiglia “Giovanni Paolo ii” di Pompei, dove vengono raccolti anche abiti e coperte.

Il lavoro di squadra va avanti fino alla sera, quando un gruppo di persone, da Pompei e da Torre del Greco, si reca a Napoli, destinazione Piazza Garibaldi. Qui incontrano quelli che ormai sono diventati i loro amici. E il panino è spesso il pretesto per intavolare discorsi, ascoltare storie e problematiche che spesso vengono prese in carico e per le quali si cerca la soluzione migliore. Piccoli gesti come una carezza e un abbraccio a chi pensa di non contare nulla e ogni giorno deve affrontare la dura realtà della vita in strada.

È significativo il fatto che non tutti siano persone senza dimora. A chiedere aiuto e ad aspettare un panino c’è anche chi una casa ce l’ha, ma non ce la fa a tirare avanti con la pensione minima. E molti sono contenti di poter pregare assieme, sia prima della distribuzione dei pasti sia alla fine, per ringraziare Dio e affidargli le loro vite.

Da un paio di mesi, L. e A. ogni tanto si recano a Pompei «per viversi un po’ di famiglia» condividendo un pasto assieme a Romano, Francesca e ai loro figli e usufruendo dei servizi — come quello del parrucchiere — offerto gratuitamente presso la mensa “Papa Francesco”. Anche un paio di persone che a Pompei vivono per strada frequentano le loro case.

Questa iniziativa, incoraggiata dall’Arcivescovo-Prelato, Tommaso Caputo, è il segno di una Chiesa in uscita, un concreto atto di speranza in linea con l’anno giubilare in corso.