
Abbiamo cominciato a volerti bene già prima di conoscerti. Ci è bastato vedere il fumo bianco uscire dal comignolo della Cappella Sistina per sentire che non eravamo più orfani, per sentire scendere una carezza sul nostro dolore per la morte di Papa Francesco. Poi, ti abbiamo visto affacciarti dalla loggia della Basilica di San Pietro e andare incontro al tuo popolo. Nelle tue braccia aperte ci siamo sentiti subito accolti e confortati, ricambiati di quell’affetto semplice e vero che è l’unica nostra ricchezza.
Papa Leone XIV, quel pomeriggio dell’8 maggio c’eravamo anche noi in piazza San Pietro, una piazza che per tanti è rifugio e casa. C’eravamo fisicamente, mischiati alla folla dei fedeli arrivati da tutta Roma e da ogni parte del mondo, e col cuore, incollati davanti alla televisione accesa nei centri di accoglienza. Tutti insieme, non come spettatori dell’ultima fila che guardano, e spesso subiscono, le vicende della storia, ma come sorelle e fratelli, come popolo di Dio che accoglie e saluta il suo pastore.
Ci ha inteneriti vederti emozionato e commosso, così come ci ha colpiti il nome che hai scelto come successore dell’apostolo Pietro. Un nome che evoca vigore e coraggio nel quale abbiamo letto un richiamo al Papa della Rerum Novarum, ma anche a quel frate Leone che fu compagno fedele di San Francesco d’Assisi. Nello smarrimento per la morte di Papa Francesco abbiamo sentito tanti poveri chiedersi: «Chi si prenderà cura di noi? Chi ci proteggerà?». Ma quando ti abbiamo visto e ascoltato l’inquietudine è svanita. Abbiamo ritrovato in te, che conosci e ami le periferie del mondo, il padre, il maestro, il pastore che ci incoraggia ad andare avanti «senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi».
Come donne e uomini dell’Osservatore di Strada, che non vuol essere solo il giornale degli ultimi, ma anche il tentativo di costruire legami di amicizia e di fraternità basati sul riconoscimento della dignità e della bellezza di ogni essere umano a prescindere dalla sua condizione sociale, noi ti seguiremo, Papa Leone XIV. A cominciare dall’impegno per la pace nel mondo e nei cuori, una pace che tu hai definito «disarmata e disarmante, umile e perseverante», la pace «che proviene da Dio, Dio che ci ama tutti incondizionatamente». Lo faremo continuando ad invocarla nella messa dei poveri e con i poveri che ogni primo sabato del mese celebriamo presso la tomba di San Pietro e continuando a raccontare, attraverso questi fogli, la speranza, quella nascosta, quella che trovi là dove non penseresti di poterla trovare, la “speranza che non delude” che proclamiamo in questo anno giubilare che segna anche l’inizio del tuo pontificato.
Caro Papa Leone XIV, ti abbiamo voluto bene ancor prima di conoscerti. E te ne vorremo sempre di più ora che ti abbiamo conosciuto. Pregheremo per te, come ci ha chiesto e insegnato Papa Francesco, per camminare insieme e costruire un mondo pacificato e giusto. Mano nella mano, sotto lo sguardo di Maria.
La redazione
dell’Osservatore di Strada