· Città del Vaticano ·

DONNE CHIESA MONDO

Le donne di Caravaggio nella mostra di Roma

La pellegrina silenziosa

 La pellegrina silenziosa  DCM-005
03 maggio 2025

Le donne celebri e le modelle anonime che hanno ispirato le opere di Caravaggio sono caratterizzate da uno spiccato naturalismo. Nella mostra «Caravaggio 2025», organizzata in occasione del Giubileo dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica, in collaborazione con la Galleria Borghese e con il patrocinio della Direzione Generale dei Musei e del Ministero della Cultura, vediamo donne combattive e pellegrine silenziose.

Mentre il Giuditta e Oloferne ha il tratto distintivo della battaglia dei sessi e mentre la zingara astuta con il giovane, nobile ma ingenuo, del Buona ventura allude alla polarità del conflitto sociale, la mostra introduce i visitatori a una visione completamente nuova dell’universo femminile. Nel Santa Caterina il dramma della morte e la violenza del martirio non sono direttamente percepibili dallo sguardo. La santa non è spiritualizzata e non vi si riconoscono segni del cielo. È come se ella si ponesse in ascolto, nell’istante in cui l’asse trafigge la sua veste e ne viola l’anima e descrive non una nobile accettazione della sofferenza, ma un “dialogo” con lo strumento che prepara l’estremo sacrificio. Il martirio come pellegrinaggio interiore?

L’ultimo dipinto realizzato da Caravaggio poco prima della sua morte mostra Sant’Orsola che, con la morte per freccia, espia il rifiuto di sposare il re degli Unni. La scena è ridotta a un’immagine priva di spazio e di metafisica, ove il dramma dei corpi non legittima il pellegrinaggio. Nell’atto con cui la santa china lo sguardo e tocca la ferita, Caravaggio oppone la disperazione della morte e il mancato superamento della violenza all’interiorità ed enfatizza lo sguardo introspettivo. La trascendenza è racchiusa nell’immagine della freccia, che non le permette più di percepire ciò che la circonda. La spiritualizzazione dello sguardo vuole significare un pellegrinaggio interiore.

Queste donne diventano pellegrine di speranza a vantaggio di coloro che oggi ne contemplano l’eroismo e l’audacia.

di Yvonne Dohna Schlobitten