· Città del Vaticano ·

L’omaggio di Timor Leste a Papa Bergoglio

Una straordinaria testimonianza di fede
di un intero popolo

Catholic believers attend Pope Francis?s requiem mass at the Esplanade of Tasitolu in Dili, East ...
28 aprile 2025

di Gaetano Vallini

L’avevamo già vista quella folla lì, nella spianata di Tasi Tolu, periferia di Díli, capitale di Timor Leste. Era il pomeriggio del 10 settembre dello scorso anno, secondo dei tre giorni della visita di Papa Francesco nel Paese, e già allora ci aveva molto impressionato. Ai piedi del palco con l’altare, sotto un sole cocente e dopo molte ore di attesa, soprattutto quelle arrivate nelle prime ore del mattino o che era ancora notte, c’erano seicentomila persone.

Seicentomila su una popolazione di un milionetrecentoquarantamila: praticamente la metà degli est timoresi era lì per partecipare alla messa presieduta dal Pontefice, che aveva onorato con la sua presenza un Paese alla periferia del mondo. Un Paese giovanissimo — avendo ottenuto l’indipendenza dall’Indonesia il 20 maggio 2002 dopo 24 anni di guerra per la libertà —, povero e piccolissimo, ma il più cattolico di tutti, con quel 98 per cento di credenti.

L’abbiamo rivista quella folla, anche se solo in fotografia e in video, in quello stesso luogo, sabato scorso, 26 aprile, giorno del funerale di Papa Francesco. Centinaia di migliaia di persone sono infatti tornate a Tasi Tolu per partecipare alla messa di suffragio per Papa Francesco celebrata dal vescovo di Baucau, Leandro Maria Alves. E, pur non essendo stavolta presenti, l’impressione è stata ancora maggiore dinanzi all’affetto mostrato da un popolo semplice, radunatosi di nuovo per pregare per lui, per onorarlo e ricordarlo.

Del resto l’importanza della presenza del Pontefice in quell’isola lontana l’aveva sottolineato al termine della messa papale l’arcivescovo di Díli, cardinale Virgilio Carmo da Silva, nel suo discorso di ringraziamento: «Oggi questo luogo di Tasi Tolu è di nuovo epicentro di un evento storico per il popolo timorese. Dopo la visita del Papa san Giovanni Paolo ii nel 1989, con la quale si è segnato il passo decisivo per il nostro processo di autodeterminazione, oggi la presenza di Papa Francesco contrassegna un passo fondamentale nel processo di costruzione del Paese della sua identità e cultura».

Sabato scorso, giorno in cui il mondo ha dato l’ultimo saluto a Francesco, Timor Leste si è dunque fermata ancora per la celebrazione organizzata congiuntamente dalla Chiesa e dal governo, che ha proclamato lutto nazionale dal 22 aprile fino alla mezzanotte di oggi. E lo ha fatto con lo stesso affetto, seppur segnato da tristezza, omaggiando il Papa scomparso in una maniera straordinaria, singolare e commovente. Per le strade della capitale, infatti, è stata fatta sfilare la papamobile utilizzata durante la visita, facendole percorrere le stesse vie — dal palazzo presidenziale alla nunziatura apostolica — e toccare gli stessi luoghi, quelli legati alla fede dei timoresi, come la statua della Vergine a Lesidere, da dove la processione è partita.

E come era avvenuto nei giorni della visita apostolica del 2024, anche sabato scorso, 26 aprile, migliaia di persone hanno salutato il corteo, assiepate ai bordi delle strade e altre si sono unite spontaneamente nel percorso della processione, con in mano candele e rosari, intonando canti, fino alla spianata in cui si è raccolta la folla immensa dei fedeli. Tutti vestiti di bianco, come allora: cappellini e magliette con l’immagine di Francesco.

«Siamo venuti per celebrare l’addio al Papa, perché questo è il luogo in cui Francesco si è fermato e ci ha benedetto», ha detto il ministro dell’Amministrazione dello Stato, Tomas Cabralto. E così ancora una volta la lontana Timor Leste, che a settembre almeno per tre giorni aveva avuto puntati i riflettori del mondo, stupendolo per il calore, l’entusiasmo e la fede, ha mostrato la propria gratitudine al Pontefice che l’ha toccata nel profondo, entrando nei cuori della sua gente per restarci.