Il rito della chiusura

Ieri sera, venerdì 25 aprile, alle ore 20, presso l’altare della Confessione nella basilica di San Pietro, si è svolto il rito della chiusura della bara del Romano Pontefice.
Durante il rito, presieduto dal cardinale camerlengo, l’arcivescovo maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie ha dato lettura del rogito, che è stato sottoscritto dai presenti e deposto nella bara insieme con la borsa con le monete coniate durante il Pontificato al termine della celebrazione.
Ad essa hanno partecipato anche alcuni familiari del Papa defunto, oltre a quanti erano indicati nella Notificazione dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice del 23 aprile scorso: il camerlengo Farrell, con gli altri porporati Giovanni Battista Re, decano del Collegio, Roger Michael Mahony, cardinale presbitero, Dominique Mamberti, cardinale protodiacono, Mauro Gambetti, arciprete della basilica Vaticana, Pietro Parolin, già Segretario di Stato, Baldassare Reina, vicario generale per la diocesi di Roma, e Konrad Krajewski, elemosiniere; arcivescovi e prelati, penitenzieri vaticani, segretari del Santo Padre e altre persone ammesse dal Maestro.
Commovente il gesto compiuto da quest’ultimo, che ha steso il velo di seta bianca sul volto del Pontefice defunto. Dopodiché è stato posto il coperchio alla bara di zinco sul quale si trovano la croce, lo stemma papale e la targa recante il nome di Francesco, la durata della sua vita e del suo ministero petrino. La stessa bara è stata saldata e sono stati impressi i sigilli, quindi è stata chiusa anche la cassa di legno, sul cui coperchio si trovano la croce e lo stemma del Pontefice.
La celebrazione, svoltasi secondo le prescrizioni dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, si è conclusa alle ore 21.
Durante la notte il Capitolo di San Pietro ha assicurato una presenza di preghiera e di veglia al corpo del Pontefice, fino ai preparativi della Santa messa esequiale di questa mattina.