
di Rosario Capomasi
«Con lui non ci siamo mai sentiti soli, perché era il Papa della vicinanza, soprattutto agli ultimi e a chi si prodiga per gli ultimi. Il suo sorriso era la porta che conduceva al cuore di Dio». Quel sorriso che Papa Francesco dispensava a tutti e che come un’immagine vivida sembra prendere forma dalle parole di Erminio Petillo, capo gruppo della sezione di Caserta del Corpo italiano di Soccorso del Sovrano Militare Ordine di Malta.
Come tanti volontari giunti in massa a Roma, in questi giorni anche lo Smom ha intensificato il proprio impegno che prevedeva già, per l’anno giubilare, una presenza straordinaria di duemila operatori provenienti da ogni continente per il servizio di primo soccorso nelle quattro basiliche papali.
Attualmente nell’Urbe sono impiegate 9 squadre di volontari e da oggi al 27 aprile è attivo un ulteriore presidio di primo soccorso presso l’università Lateranense, a disposizione dei 600 ragazzi ospitati in occasione del Giubileo degli adolescenti.
Ieri mattina, inoltre, il Gran Maestro fra’ John Dunlap, che sarà presente domani alle esequie del Pontefice argentino, ha reso omaggio alla salma, incontrando successivamente i volontari presso il Posto di primo soccorso dello Smom, situato nel Braccio di Carlo Magno, a pochi passi dal sagrato della basilica Vaticana.
«Ho ancora negli occhi la sua mimica, la battuta sempre pronta», racconta Loretta, volontaria della Croce Bianca di Brescia. «Ha dato un contributo meraviglioso all’evangelizzazione della Chiesa spingendo alla fede anche i dubbiosi», aggiunge. Come Andrea, che dà il suo apporto nella Confraternita della Misericordia di Chianciano Terme: «Prima di Francesco non si poteva dire che ero un bravo cristiano, mi ero sempre più distaccato dalla Chiesa. Sentendolo parlare le prime volte ho capito che il problema non era chi criticavo, ma ero io che non volevo fare pace con me stesso per diversi motivi. Ora sono un vero credente e gli sarò sempre grato».
Gratitudine unita a dolore è la sintesi del pensiero di Monica, della sezione Anpas dell’Emilia-Romagna. È difficile dire in poche parole cosa ha rappresentato Bergoglio. «La sua più grande forza — commenta la donna — è stata riunire nel dolore per la sua scomparsa persone di diversa estrazione sociale, religiosa e culturale».