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La vita di Jorge Mario Bergoglio: dalla nascita all’elezione al pontificato

 La vita di Jorge Mario Bergoglio:  dalla nascita all’elezione al pontificato  QUO-094
24 aprile 2025

È stato il primo Papa giunto dalle Americhe il gesuita argentino Jorge Mario Bergoglio. Era stato una figura di spicco dell’intero Continente e un pastore semplice e molto amato nell’arcidiocesi di Buenos Aires, che aveva girato in lungo e in largo, anche in metropolitana e con gli autobus.

«La mia gente è povera e io sono uno di loro»: aveva detto una volta per spiegare la scelta di abitare in un appartamento nella capitale argentina e di prepararsi la cena da solo. Ai suoi preti sempre raccomandava misericordia, coraggio e porte aperte. La cosa peggiore che possa accadere nella Chiesa, aveva spiegato in alcune circostanze, «è quella che de Lubac chiama mondanità spirituale», che significa «mettere al centro se stessi».

A Buenos Aires era nato il 17 dicembre 1936, figlio di emigranti italiani: suo padre Mario faceva il ragioniere, mentre sua madre, Regina Sivori, si occupava della casa e dell’educazione dei cinque figli.

Diplomatosi come tecnico chimico, sceglieva poi la strada del sacerdozio entrando nel Seminario diocesano. L’11 marzo 1958 passava al noviziato della Compagnia di Gesù. Completava gli studi umanistici in Cile e nel 1963, tornato in Argentina, si laureava in Filosofia al Collegio San Giuseppe a San Miguel. Fra il 1964 e il 1965 era professore di Letteratura e Psicologia nel Collegio dell’Immacolata di Santa Fé e nel 1966 insegnava le stesse materie nel Collegio del Salvatore a Buenos Aires. Dal 1967 al 1970 studiava Teologia, laureandosi sempre al Collegio San Giuseppe.

Il 13 dicembre 1969 era ordinato sacerdote dall’arcivescovo Ramón José Castellano. Proseguiva, quindi, la preparazione tra il 1970 e il 1971 in Spagna, e il 22 aprile 1973 emetteva la professione perpetua nei gesuiti. Di nuovo in Argentina, era maestro di novizi a Villa Barilari a San Miguel, professore presso la Facoltà di Teologia, consultore della provincia della Compagnia di Gesù e rettore del Collegio.

Il 31 luglio 1973 veniva nominato provinciale dei gesuiti dell’Argentina. Sei anni dopo riprendeva il lavoro nel campo universitario e, tra il 1980 e il 1986, era di nuovo rettore del Collegio di San Giuseppe, oltre che parroco ancora a San Miguel. Nel marzo 1986 andava in Germania per ultimare la tesi dottorale; quindi, i superiori lo inviavano nel Collegio del Salvatore a Buenos Aires e poi nella chiesa della Compagnia nella città di Cordoba, come direttore spirituale e confessore.

Era il cardinale Quarracino a volerlo come suo stretto collaboratore a Buenos Aires. Così il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo ii lo nominava vescovo titolare di Auca e ausiliare di Buenos Aires. Il 27 giugno riceveva nella cattedrale l’ordinazione episcopale proprio dal porporato. Come motto sceglieva Miserando atque eligendo e nello stemma inseriva il cristogramma ihs, simbolo della Compagnia di Gesù. Subito nominato vicario episcopale della zona Flores, il 21 dicembre 1993 diveniva vicario generale dell’arcidiocesi. Il 3 giugno 1997 era promosso arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Alla morte del cardinale Quarracino, gli succedeva, il 28 febbraio 1998, come arcivescovo, primate di Argentina, ordinario per i fedeli di rito orientale residenti nel Paese, gran cancelliere dell’Università Cattolica.

Nel Concistoro del 21 febbraio 2001, Papa Wojtyła lo creava cardinale, del titolo di San Roberto Bellarmino. Nell’ottobre 2001 veniva nominato relatore generale aggiunto alla decima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, dedicata al ministero episcopale. Intanto, in America Latina la sua figura diventava sempre più popolare. Nel 2002 declinava la nomina a presidente della Conferenza episcopale argentina, che accettava tre anni più tardi, venendo confermato per un altro triennio anche nel 2008.

Nell’aprile 2005, partecipava al conclave in cui veniva eletto Benedetto xvi.

Come arcivescovo di Buenos Aires, pensava a un progetto missionario incentrato sulla comunione e sull’evangelizzazione. Quattro gli obiettivi principali: comunità aperte e fraterne; protagonismo di un laicato consapevole; evangelizzazione rivolta a ogni abitante della città; assistenza ai poveri e ai malati. Invitava preti e laici a lavorare insieme. Nel settembre 2009 lanciava a livello nazionale la campagna di solidarietà per il bicentenario dell’indipendenza del Paese: duecento opere di carità da realizzare entro il 2016. E, in chiave continentale, nutriva forti speranze sull’onda del messaggio della Conferenza di Aparecida del 2007, fino a definirlo «l’Evangelii nuntiandi dell’America Latina».

Dopo la rinuncia di Papa Ratzinger veniva eletto Sommo Pontefice il 13 marzo 2013.