· Città del Vaticano ·

La messa presieduta dal cardinale Zuppi nella basilica Vaticana

La gioia del Vangelo

 La gioia del Vangelo  QUO-094
24 aprile 2025

di Tiziana Campisi

Gli infiniti incontri, i dialoghi e i discorsi aiuteranno «a guardare avanti». Nel primo pomeriggio di ieri, 23 aprile, dall’altare della Cattedra della basilica di San Pietro, il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), ha iniziato con queste parole la messa in suffragio di Papa Francesco.

Accompagnato da una delegazione della Cei, il porporato ha rievocato le visite del compianto Pontefice «in luoghi di tanti santi e presenze importanti nella Chiesa italiana», da Francesco stesso indicati «come luoghi da cui ripartire, per una Chiesa che parla a tutti, che va incontro a tutti, che comunica con gioia il suo Vangelo».

Quindi nell’omelia Zuppi ha ringraziato Dio «per gli infiniti doni» giunti alla Chiesa e a tutti attraverso Papa Francesco, ricordando «le sue parole, la sua presenza, il suo sorriso, le sue correzioni, le sue insistenze». In particolare, ha richiamato alcuni gesti compiuti dal vescovo di Roma: la sua visita al carcere romano di Regina Coeli, lo scorso 10 aprile, Giovedì santo, ma anche il suo «essere misericordia verso i più vicini e verso tutti», il suo «andare in mezzo alla gente».

«Sentiamo tanta emozione nel celebrare in questa casa» ha detto ancora il presidente della Cei, spiegando che la basilica Vaticana «riporta al ministero affidato da Gesù a Pietro, primato indispensabile che serve e rappresenta la comunione, antidoto al banale protagonismo, sconfitta dell’egoismo, dimensione presente e soprattutto futura». E per il 265° Successore di Pietro il presidente della Cei ha chiesto di pregare, esortando, come diceva lui, ad «andare al di là di quello che pensiamo», ad «avere un cuore largo, perché il popolo di Dio è sempre più largo di quello che pensiamo noi».

«In questa casa comune che è il nostro Paese, ma che è anche il mondo segnato da tante divisioni», dove gli uomini sono «incapaci di pensarsi insieme, di ascoltare il grido dei poveri» e ci «si lascia persuadere dalla logica della forza e non da quella del dialogo» — ha rimarcato il celebrante — bisogna ringraziare Dio «per il dono di questo padre, pastore, fratello perché obbediente al Vangelo». Il compianto Pontefice, ha aggiunto il porporato, «ha speso fino alla fine tutto della sua vita, con tanta libertà evangelica perché legato al Vangelo. Senza supponenza, scegliendo la semplicità».

Proprio sulla semplicità di Francesco si è soffermato ancora l’arcivescovo di Bologna, specificando che questa caratteristica «avvicinava gli altri», ha reso familiare la Parola. E con i suoi discorsi e i suoi gesti ancora oggi il compianto Pontefice «continua ad indicarci la via», «a riaccendere la gioia, a rimettere al centro le parole di Gesù, il kerygma, liberandolo da tante glosse personali ed ecclesiastiche che lo rendono inefficace, tanto da non parlare più al cuore».

«Sentiamo di nuovo Papa Francesco che si affianca a noi credenti spenti di entusiasmo e resi prigionieri dalla paura — ha esortato Zuppi —, come ha fatto in maniera instancabile in questi anni del suo ministero». Fino alla fine, Bergoglio ha indicato come seguire la strada di Gesù e donarsi, è stata l’ulteriore sottolineatura del cardinale. Il quale da ultimo ha ripetuto le tre parole pronunciate da Francesco a Firenze nel 2015, durante il discorso che ha accompagnato e animato il cammino sinodale: quell’invito a essere «umili, disinteressati, beati per una Chiesa non difensiva per timore di perdere qualcosa», ma che «deve avere il volto di madre che comprende, accompagna, accarezza», «inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati».

Sempre nel pomeriggio di ieri, il ricordo del Papa è stato al centro della seduta comune commemorativa, tenuta dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica italiani nella sede di Montecitorio. Al termine, la presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni ha reso omaggio a Francesco recandosi nella basilica Vaticana.