· Città del Vaticano ·

In piazza San Pietro il rosario presieduto dal cardinale Gambetti in suffragio di Francesco

Pellegrino della speranza che non delude

 Pellegrino della speranza  che non delude  QUO-092
22 aprile 2025

di Isabella Piro

«Credo che tutti abbiamo ancora nel cuore, le parole che tante volte ci ha rivolto Papa Francesco, il suo invito “Non dimenticatevi di pregare per me”. Vogliamo farlo chiaramente questa sera per accompagnarlo nella sua Pasqua». Il cardinale Mauro Gambetti, arciprete della basilica Vaticana, ha introdotto così ieri sera, 21 aprile, Lunedì dell’Angelo, in piazza San Pietro, il Rosario in suffragio di Papa Francesco, morto poche ore prima.

«Nella fede in Cristo Risorto, che celebriamo in questo santo giorno di Pasqua — ha sottolineato il porporato —, sappiamo che la morte non è una porta che si chiude ma l’ingresso nella Gerusalemme celeste, dove il lamento è mutato in danza, e la veste di sacco in abito di gioia». Di qui, l’invito a «ringraziare il Signore per i doni che ha fatto alla Chiesa intera con il ministero apostolico di Francesco, pellegrino della speranza che non delude».

Come era accaduto tra il 14 febbraio e il 23 marzo, durante il lungo ricovero del Pontefice al Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma a causa di una polmonite bilaterale, anche ieri sera tanti fedeli si sono raccolti in preghiera nello spazio abbracciato dal colonnato di Bernini. Dodicimila quelli presenti, ma molti altri quelli collegati attraverso i media: «Fratelli e sorelle sparsi nel mondo», li ha definiti il porporato, i quali non hanno fatto mancare le loro preghiere, formando «tutto il gregge di Cristo, buon Pastore, che prega per Papa Francesco contemplando i misteri gloriosi del nostro Salvatore». Quindi Gambetti ha affidato il compianto Pontefice «al Padre Misericordioso, in comunione con Maria, Madre della Chiesa, Regina del cielo, e per intercessione dell’apostolo Pietro».

Davanti all’immagine di Maria Mater Ecclesiae collocata sul sagrato della basilica Vaticana e adornata da un fascio di fiori bianchi e rosa, il cardinale Gambetti ha guidato la preghiera mariana per affidare all’intercessione della Vergine il compianto 266° Successore di Pietro.

La commozione dei fedeli

Grande la commozione in piazza, dopo un’intensa giornata in cui i credenti di diverse parti del mondo, recatisi in pellegrinaggio a San Pietro, sono rimasti attoniti e sgomenti nell’apprendere la notizia della morte del vescovo di Roma.

La brezza della sera ha fatto ondeggiare con gentilezza le coroncine dei rosari e le fiammelle delle fiaccole portate dai fedeli. Tra i lettori che si sono alternati al microfono, anche suor Raffaella Petrini e suor Alessandra Smerilli, tra le prime donne religiose che Papa Francesco aveva chiamato ai vertici della Curia Romana.

Dopo la meditazione dei Misteri gloriosi, il celebrante ha invocato Dio «grande nell’amore», rendendo grazie a Lui «per i doni elargiti alla Chiesa con il ministero apostolico di Papa Francesco», ed esprimendo gratitudine allo stesso compianto Pontefice, testimone del Signore e della sua «tenerezza per i piccoli e i poveri, misericordia per i peccatori e benevolenza verso tutti». Infine, mentre il cielo di Roma si scuriva a poco a poco con l’imbrunire, l’assemblea ha intonato il Salve Regina ed è stata congedata dal cardinale Gambetti con la benedizione, seguita da un composto applauso.

Il Papa del sorriso

Prima dell’inizio del rosario, tra i fedeli riuniti in piazza San Pietro si sono rincorsi riflessioni e ricordi personali. «Era una persona che amava tutti — ha commentato una donna italiana —. Mi dispiace tanto per la sua scomparsa, perché lascia dietro di sé tanta umanità. È stato il Papa di tutti, il Papa dei poveri». Un pellegrino ne ha ricordato la grande disponibilità al dialogo e un’altra donna ne ha evidenziato, commossa, l’atteggiamento «colmo di misericordia e di amore per tutte le persone, non importa quanto povere fossero o da quale Paese provenissero».

Tanti anche i sacerdoti e i religiosi che hanno ricordato i tratti peculiari del Pontificato di Francesco. «È impressionante come tutto il mondo sia stato colpito dalla morte del Santo Padre; però allo stesso tempo c’è una profonda gioia per il suo incontro con il Signore nella Risurrezione», ha detto il domenicano Christian Steiner, originario dell’Austria. «Mi è rimasto impresso il suo sorriso — ha aggiunto — perché credo che sorridere apra molte porte ed è un segno della gioia di Dio che ha accompagnato e accolto tantissime persone in questi anni». Padre Steiner ha sottolineato, poi, l’attenzione di Francesco per la pastorale della famiglia: «L’esortazione apostolica Amoris laetitia è stata un dono immenso alla Chiesa e alla famiglia — ha affermato — perché, mettendo al centro l’amore, ha interpretato in modo nuovo e concreto la famiglia stessa come immagine della Trinità».

L’accoglienza senza confini

«Se dovessi definire con una sola parola Francesco, direi “misericordia”», ha aggiunto dal canto suo don Victor Hernández, missionario brasiliano attivo a Roma nel Centro giovanile San Lorenzo. «Ci ha insegnato a perdonare, ad amare, ad accogliere e che ci ha rivelato in particolare il volto della misericordia di Dio». Per il sacerdote, dunque, Bergoglio è «sempre stato un modello di accoglienza senza confini, senza “burocrazie”. I suoi insegnamenti — ha ribadito — mi hanno sempre accompagnato ed ora provo molta tristezza per la scomparsa di questo uomo, di questo amico. È venuto a mancare nel tempo di Pasqua — ha proseguito ancora don Victor —: sembra che Dio voglia ricordarci che, nei tempi forti dell’anno liturgico, c’è una grazia».

Ha ricordato soprattutto gli appelli di Bergoglio «contro la guerra» e la sua «disponibilità nei confronti dei non credenti» suor Maria Rosa, religiosa benedettina di carità. «Il nostro Papa è rimasto sempre vicino al suo popolo, non lo ha mai lasciato solo — ha detto —. Diceva spesso che Dio è un Padre che perdona sempre e che, nonostante le nostre debolezze e difficoltà nella vita quotidiana, tutti noi abbiamo un Padre che ci vuole bene. Dobbiamo ricordarlo, perché solo il cuore di un Padre può fare questo».