Pellegrinaggi giubilari a Roma
Riscoprirsi popolo di Dio

di Fabrizio Peloni
Riscoprirsi popolo di Dio in cammino, profetico e regale, «rinnovando il proprio impegno nella testimonianza del Vangelo». Questo l’invito rivolto dal vescovo Francesco Marino, agli oltre 4.000 fedeli della diocesi di Nola durante la messa presieduta nei giorni scorsi all’altare della Confessione della basilica Vaticana, dopo aver attraversato la Porta Santa in occasione del pellegrinaggio giubilare della Chiesa campana.
Il presule ha vissuto «come pellegrino tra pellegrini» l’esperienza di camminare accanto a ciascuno dei partecipanti, persone che vivono spesso in situazioni di povertà e disagio, «ma che — ha detto Marino — hanno una grande forza d’animo che nasce dalla fede e che si palesa in un grande spirito di solidarietà. Perciò, come fratelli e sorelle, tutti insieme pastori e fedeli siamo e ci sentiamo un unico popolo di Dio pellegrinante nella storia. Che poi è la natura e la missione della Chiesa».
«Sentiamo veramente tutta la gratitudine a Dio per averci fatto riscoprire il Battesimo, che ci ha resi figli di Dio e ci ha posti in comunione con ogni uomo e ogni donna che cerca la verità in un tempo sempre più segnato dalla lontananza da Dio e dalla sua Parola», ha aggiunto il vescovo, ricordando come «la Porta Santa rappresenti quasi un “sacramentale”: la remissione dei peccati ha bisogno del sacramento che essa richiama e in qualche modo stimola, ovvero la confessione che, come ha scritto Papa Francesco nella Bolla di Indizione del Giubileo 2025 Spes non confundit, non è solo una bella opportunità spirituale, ma rappresenta un passo decisivo, essenziale e irrinunciabile per il cammino di fede di ciascuno».
Prima del pellegrinaggio per l’Anno Santo, i fedeli di Nola avevano vissuto la “24 ore per il Signore”, recandosi nelle sei chiese giubilari istituite in diocesi. Don Francesco Iannone, rettore del seminario locale, ha posto l’attenzione sulla grande condivisione comunitaria vissuta dai fedeli e «dettata dal grande legame che c’è tra le persone in un territorio spesso segnato dalla disperazione. Ma come ci sta insegnando il Papa, le fragilità e le difficoltà si vincono con un amore maggiore e soprattutto senza isolarci».
«Nel tragitto che ci conduceva alla Porta Santa abbiamo ripercorso tutto il vissuto di questi ultimi anni, portando nel cuore la nostra nipotina», hanno raccontato Luisa e Domenico Romano, nonni di Francesca, cui nel 2022 è stata diagnosticata una leucemia. La ragazzina, confidano, «non stava crescendo come tutte le altre undicenni, ma conosceva già il dolore e la paura». Durante una broncoscopia ha avuto due arresti cardiaci. «Ma dopo dieci giorni di coma si è svegliata e ha cantato “Madre dell’amore”, con grande stupore dei dottori della rianimazione. E dopo un mese senza cure, l’esame midollare era negativo. Il pellegrinaggio per noi, quindi, è stata una rinascita di speranza con tanta gratitudine per la grazia ricevuta».
«Questo Giubileo possa segnare davvero nel bene tutti coloro che vivono situazioni di difficoltà che mi piace definire feritoie, e non ferite, attraverso le quali l’amore di Dio possa raggiungere tutti», ha auspicato don Raffaele Rianna, parroco a San Gennarello di Ottaviano. Uscito dalla basilica Vaticana ha sintetizzato la sua esperienza personale e quella di molte famiglie della diocesi che vivono varie forme di disagio, sottolineando «il ristoro che ricevo quotidianamente dall’espressione del Vangelo “Venite a me voi tutti che siete stanchi, oppressi”, quasi a dire: “Avete situazioni di sofferenza, situazioni problematiche, bene, io sono qui”. E questo mi permette giorno dopo giorno di riprendere il cammino, di sorridere anche quando non è facile, di nascondere molte volte le preoccupazioni, di tenere presente la vita familiare con le sue problematiche».
Il sacerdote ha genitori anziani e ogni giorno si prende cura, oltre che della comunità parrocchiale, anche della sorella Cinzia, quasi sua coetanea — cui dalla nascita è stato diagnosticato un grave deficit cognitivo — «con tutte le gioie e le speranze di una vita da custodire, promuovere, sostenere e accompagnare».