Francesco a sorpresa

di Lorena Leonardi
«Buona domenica delle Palme e buona Settimana Santa!». Questo l’augurio che Papa Francesco con un sorriso e voce più chiara rispetto ai giorni scorsi ha rivolto ieri, 13 aprile, ai quarantamila fedeli presenti in piazza San Pietro per la domenica delle Palme.
Dal sagrato della basilica Vaticana il Pontefice ha parlato al termine della messa celebrata dal cardinale vicedecano Leonardo Sandri, suo delegato a presiedere il rito che apre la Settimana Santa, cuore dell’anno liturgico. Poi Papa Bergoglio si è intrattenuto nella piazza per una decina di minuti, salutando i fedeli lungo il tragitto compiuto in sedia a rotelle, spinto dal suo infermiere personale, Massimiliano Strappetti. Ancora una sorpresa da parte del vescovo di Roma in convalescenza, accolto dalla folla festante e da un raggio di sole, dopo la presenza, nella domenica precedente, al Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità e le uscite non programmate del 10 aprile per andare in basilica Vaticana e di sabato 12 a Santa Maria Maggiore per venerare l’icona della Salus Populi Romani.
Congedatosi da piazza San Pietro, Francesco è infine rientrato in basilica, fermandosi in preghiera presso il sepolcro dell’Apostolo Pietro, davanti alla tomba di san Pio x e al monumento dedicato a Benedetto xv.
Poco prima, tra i presenti alla messa era risuonato l’invito a portare la croce «non al collo, ma nel cuore», e «non solo la nostra», ma anche «quella di chi soffre accanto a noi», magari uno sconosciuto incontrato per caso. Era la richiesta di prepararsi alla Pasqua «diventando cirenei gli uni per gli altri», che il Pontefice in occasione della Domenica delle Palme e della Passione del Signore ha affidato alla voce del cardinale Sandri. Il vicedecano del Collegio cardinalizio ha infatti letto l’omelia preparata da Francesco, ancora in via di ripresa dopo il ricovero ospedaliero.
Al momento della preghiera eucaristica si sono accostati all’altare i cardinali Giovanni Battista Re, decano del Collegio, e Francis Arinze, dell’ordine dei vescovi. Tra i concelebranti anche il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, e gli arcivescovi Edgar Peña Parra, sostituto, e Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali. Tra i presenti il vescovo Anthony Ball, nuovo direttore del Centro anglicano di Roma, accompagnato dalla propria famiglia e da padre Martin Browne, officiale del Dicastero per la promozione dell’Unità dei Cristiani; suor Raffaella Petrini, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano; alcuni ambasciatori accreditati presso la Santa Sede e sindaci in fascia tricolore delle 46 città dell’Olio del Lazio, che hanno fornito duecentomila ramoscelli di olivo distribuiti ai fedeli. Rappresentanti dell’associazione nazionale Città dell’Olio, i primi cittadini erano accompagnati dai presidenti della regione Lazio, Francesco Rocca, e della provincia di Roma, Alessandro Romoli.
Grandi ulivi erano posizionati in prossimità delle statue dei santi Pietro e Paolo ai piedi del sagrato e dell’obelisco di una piazza San Pietro adorna di fiori multicolori e piante provenienti da vivai italiani e olandesi. Centocinquanta le palme distribuite insieme alle «palme fenix», donate dal Cammino Neocatecumenale, e ai tradizionali palmurelli intrecciati, offerti dall’associazione «Famija Sanremasca» della città ligure di Sanremo.
Dal braccio di Costantino ha preso il via la processione fino all’obelisco, dove hanno avuto luogo la commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme con la benedizione delle palme e dei rami di ulivi, tenuti in mano dai fedeli, e la proclamazione del Vangelo, con la lettura della Passione del Signore tratta da Luca 23, 1-49.
Dopo l’omelia, la preghiera universale in cinese, francese, ucraino, tedesco e giapponese. Al centro delle intenzioni dei fedeli, la conferma nei battezzati dell’impegno di vita cristiana; la carità per il servizio del prossimo da parte di quanti guidano la Chiesa; le sorti dei perseguitati a motivo della loro fede; i poveri, gli emarginati e gli esclusi; la conversione dei cuori di quanti inseguono disegni di potere e violenza.