Ricordato con la messa celebrata dal decano del Collegio
Dieci anni fa moriva

Direttore della Civiltà Cattolica, perito al Concilio Vaticano ii, direttore generale della Radio Vaticana dal 1973 al 1985 e organizzatore dei viaggi di Giovanni Paolo ii dal 1982 al 2001: il cardinale Roberto Tucci ha ricoperto tutti questi incarichi e si è distinto «per il grande spirito di servizio e per il senso di responsabilità, sempre mosso dall’amore per Dio e per la Chiesa», lasciando emergere «una grande umanità, una non comune capacità di dialogo e un tratto garbato con le persone». Così il cardinale decano Giovanni Battista Re ha ricordato stamattina — durante la messa celebrata nella cappella della Palazzina Leone xiii in Vaticano — il porporato gesuita nel decennale della morte.
Tra quanti si sono uniti alla commemorazione i cardinali Emil Paul Tscherrig, James Michael Harvey e George Jacob Koovakad, prefetto del Dicastero per il Dialogo Interreligioso e attuale organizzatore dei viaggi papali, l’arcivescovo Renato Boccardo che insieme con Alberto Gasbarri, si sono occupati delle visite apostoliche dei Pontefici rispettivamente dal 2001 al 2005 e dal 2005 al 2016. Con loro l’arcivescovo Piero Marini, per vent’anni maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie con Papa Wojtyła e poi con Benedetto xvi; il prefetto e il segretario del Dicastero per la Comunicazione Paolo Ruffini e monsignor Lucio Ruiz; e padre Federico Lombardi, già direttore della Radio Vaticana e della Sala stampa della Santa Sede.
Quest’ultimo all’inizio della celebrazione ha raccontato che il confratello Tucci «quando era direttore della Radio Vaticana, abitava nella cosiddetta casetta che poi è diventato il famoso monastero Mater Ecclesiae a poche centinaia di metri» dalla Palazzina Leone xiii «e veniva tutte le mattine» nella cappella «per celebrare la messa in latino che veniva trasmessa dalla Radio Vaticana». E proprio nella stessa cappella annunciò per primo la morte di Giovanni Paolo i.
All’omelia il cardinale Re ha rievocato l’amicizia fra Tucci e Wojtyła iniziata durante il Concilio, «ambedue nel 1965 fecero parte del Comitato ristretto, che si riunì principalmente ad Ariccia per l’elaborazione del testo» che poi divenne la Costituzione pastorale Gaudium et spes sulla Chiesa nel mondo contemporaneo.
Dal 1973 direttore della Radio Vaticana, Tucci ha favorito lo sviluppo dell’emittente «dando contenuto alle trasmissioni, che in quegli anni della divisione del mondo in due blocchi erano molto ascoltate». Eminenti le sue «qualità professionali nel mondo delle comunicazioni sociali», ha aggiunto Re, «anche con notevoli capacità di manager, molto attento alle persone». Proprio come responsabile della Radio Vaticana e come giornalista, Tucci ha accompagnato Giovanni Paolo ii nei suoi primi viaggi, e la collaborazione con lui si è fatta «più solida e intensa nel 1982, per il compito che gli fu affidato di occuparsi della preparazione» delle visite apostoliche all’estero del Pontefice».
Egli «si occupava di tutti gli aspetti organizzativi» ha specificato il decano del Collegio cardinalizio, aggiungendo che decisi dal Papa i luoghi nei quali recarsi, l’organizzatore dei viaggi andava «almeno due volte nella nazione che sarebbe stata visitata. Era molto abile nel trovare il modo di realizzare quanto desiderato da Sua Santità».
«Aveva la capacità di affrontare con serenità e chiarezza le situazioni più complicate», ha aggiunto Re, citando alcuni viaggi «difficili e perfino pericolosi, come quello in Nicaragua ai tempi del sandinismo, in Olanda e qualche altro».
Proprio «in segno di apprezzamento e di gratitudine per l’attività svolta» Giovanni Paolo ii nel 2001 lo creò cardinale.
Al termine della messa è stata poi inaugurata al secondo piano di Palazzo Pio, sede dei media vaticani, una Sala riunioni intitolata al porporato e al suo ingresso è stata posta una targa. «È un esempio per tutti noi — ha commentato monsignor Ruiz — perché rimanga come qualcuno che ha aperto una porta missionaria. Questo è un luogo per riunirci per pensare come portare il Signore fino ai confini della terra». (tiziana campisi)