
12 aprile 2025
di Fabio Scandone
Appollaiato sull’alto sgabello vicino al bancone si scolò tutto d’un sorso l’ennesimo bourbon, Philip Marlowe. Il piroscafo per Oslo sarebbe salpato di lì a poco. E lui, eroe incontrastato del romanzo giallo d’azione americano nato dalla penna di Raymond Chandler, si sarebbe lasciato alle spalle i duelli a colpi di colt e inseguimenti rocamboleschi nella Grande Mela per approdare in un universo boreale fitto di misteri e passioni spesso inconfessabili e tutte da smascherare tacitamente e con pazienza.
Il viaggio, allora, come metafora di una trasmigrazione e metamorfosi di un genere letterario, il romanzo poliziesco, che nel nord Europa scandinavo diventa thriller psicologico. E si fa indagine sui sentimenti. Per scandagliare l’animo umano in tutti i suoi aspetti più reconditi e individuare solo ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati

Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati