Lo Schliemann

12 aprile 2025
di Eugenio Murrali
Una figura dalla genialità leonardiana, un Orfeo che, senza cedere, ha riportato in vita intere epoche della tradizione musicale napoletana, una cultura di respiro mondiale, eppure a lungo dimenticata. Roberto De Simone è morto lo scorso 6 aprile. Tre giorni dopo, celebrando i funerali nel duomo di Napoli, il cardinale Domenico Battaglia lo ha ricordato come colui che «ha smontato e ricomposto la musica napoletana, l’ha studiata con rigore, l’ha contaminata con nuove forme espressive, l’ha elevata a patrimonio universale». Secondo il cardinale «grazie a lui, la città ha riscoperto la sua anima sonora più autentica». Uomo di cultura e di fede, De Simone, ha detto il porporato, «ci ha insegnato che la vita è canto, che la fede è una danza, che l’arte ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati

Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati