Pellegrinaggi giubilari a Roma

di Marianna Malpaga
«Spero che si riprenda presto, così almeno lo possiamo vedere in televisione. A me piacciono le sue prediche, è molto bravo». Papa Francesco è una presenza costante nel cuore della piccola Carlotta, 9 anni, giunta a Roma nei giorni scorsi insieme ai genitori per il pellegrinaggio organizzato dall’arcidiocesi di Trento.
Emozionatissima mentre aspettava l’inizio dell’incontro con la Comunità di Sant’Egidio, nella chiesa di San Bartolomeo all’Isola che raccoglie le memorie dei martiri del Novecento, la ragazzina tiene per mano la mamma Daniela Pola, che commenta: «Abbiamo deciso di partecipare perché si tratta di un’esperienza unica. E ci sembrava che valesse la pena farla come famiglia. Ci aspettiamo di accrescere la nostra fede, ma anche di avere il tempo di visitare la città».
E i romani, insieme ai turisti, hanno guardato con ammirazione e curiosità il passaggio di 300 fazzoletti arancioni, il colore giubilare che rappresenta la vitalità e l’entusiasmo, il segno distintivo del gruppo dei fedeli che hanno voluto vivere questo evento, iniziato con il passaggio della Porta Santa di San Paolo fuori le Mura, proseguito varcando quelle delle basiliche di San Pietro, Santa Maria Maggiore e San Giovanni in Laterano e conclusosi con la consegna al segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, da parte degli studenti del Centro di formazione professionale dell’Enaip di Tesero, di una copia della croce giubilare realizzata con il legname colpito dalla tempesta Vaia del 2018.
«Una croce evocativa: le sue aperture, come le pieghe del crocifisso, dicono che le ferite possono diventare feritoie di speranza», hanno spiegato gli studenti Romi, Mariano e Fabio al porporato che ha accolto i pellegrini nell’Aula del Sinodo.
Il manufatto originale è stato inaugurato in occasione dell’apertura dell’Anno santo nella diocesi tridentina lo scorso dicembre e sta ora facendo il pellegrinaggio in diverse chiese della provincia.
Anche Daniele Sartori, 11 anni, era a Roma, con la nonna Noemi che aveva partecipato al pellegrinaggio giubilare del 2000 e ha voluto invitare il suo nipotino a fare quest’esperienza insieme. «Ho accettato subito di venire qui con la nonna, perché Roma è Roma», ha raccontato il ragazzino, gli occhi azzurri e curiosi. Anche lui era venuto per vedere Papa Francesco. «Anche se sono dispiaciuto che non ci sia, l’ho già visto l’anno scorso, in un’udienza generale del mercoledì», ha aggiunto.
Tra i nove sacerdoti che hanno accompagnato i pellegrini trentini, divisi in sei pullman, c’era anche don Matteo Moranduzzo, 29 anni, tra i preti più giovani del Trentino, che ha portato con sé la mamma Antonella Buffa. Insieme avevano già partecipato al pellegrinaggio giubilare del 2000, quando il futuro prete aveva solo quattro anni. «Fare questo pellegrinaggio madre-figlio è anche un’occasione per passare un po’ di tempo insieme, visto che è sempre impegnato».
C’è chi ha portato tutta la famiglia. È il caso di Donatella Gualdi, catechista di Mattarello, frazione di Trento, che ha chiamato a raccolta le figlie Cresia, Ilena e Viviana e il marito Paolo. «Ormai sono grandi e hanno tutte famiglia, ma mi piaceva l’idea di portarle con noi. Pensavo che convincerle sarebbe stato molto più complicato. Invece ho detto loro: “La mamma vi fa un regalo, venite a Roma?”. E loro hanno detto subito sì, aggiungendo che lo avrebbero fatto per me».
Un valore aggiunto, secondo Giovanna Simoni, che è arrivata insieme al marito e alla figlia, è stata la presenza dell’arcivescovo Lauro Tisi che ha accompagnato i trecento fedeli nei primi giorni di pellegrinaggio, celebrando una messa nella basilica di San Pietro. «In questo momento vogliamo stringerci attorno a Papa Francesco, chiedere per lui salute e vita e a noi di accogliere la sua parola», ha detto il presule. «Ho letto qualche resoconto giornalistico — ha raccontato al settimanale «Vita Trentina» — e sono rimasto sorpreso del fatto che molti giornalisti sostengono che non vedono l’ora che il Pontefice ritorni perché sul tema della pace è stato l’unico ad esporsi».
L’arcivescovo Tisi tornerà nell’Urbe fra pochi giorni: dal 24 al 27 aprile, per il Giubileo degli adolescenti, scenderanno dal Trentino 1.200 giovani. «Una bellissima sorpresa, un segno di speranza», ha commentato.