· Città del Vaticano ·

Pellegrinaggi giubilari a Roma
Da Sorrento - Castellammare di Stabia

Per testimoniare la gioia
del Vangelo

 Per testimoniare la gioia del Vangelo  QUO-080
08 aprile 2025

di Fabrizio Peloni

«Tornare a casa, dopo essere venuti come pellegrini sulla tomba dell’apostolo Pietro in quest’Anno giubilare, è un atto di grande responsabilità. Accogliamo il dono dell’indulgenza con commosso stupore e infinita gratitudine». Così l’arcivescovo Francesco Alfano ha concluso la messa nella basilica Vaticana con oltre 4000 fedeli della diocesi di Sorrento - Castellammare di Stabia, invitando anche il clero a impegnarsi nel «curare relazioni autentiche e libere con i compagni di viaggio, nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro, accanto a chi piange».

«Avviciniamoci in punta di piedi a chi ha smarrito il senso della vita ed è solo, per testimoniare la gioia del Vangelo», ha aggiunto il presule, chiedendo poi ai fedeli della sua comunità di «essere custodi silenziosi della grazia qui condivisa e testimoni credibili delle grandi opere che Dio ha fatto anche in noi».

Infine monsignor Alfano nell’omelia ha esortato a riprendere «il cammino sulle vie del mondo come discepoli-missionari del Vangelo e, rafforzati dalla testimonianza di Papa Francesco nella sua convalescenza», a farsi «pellegrini di speranza!».

La maggior parte dei fedeli campani ha raggiunto Roma a bordo di autobus, altri sono arrivati in treno e alcuni in automobile alle prime luci dell’alba. Adulti, giovani e bambini, intere famiglie — con non poca fatica — si sono mobilitati per prendere parte al pellegrinaggio. Per favorire il clima penitenziale e la predisposizone d’animo alla conversione, il pellegrinaggio è stato volutamente organizzato nel periodo quaresimale.

In una piazza Pia affollatissima, i pellegrini campani si riconoscevano da cappellini blu e sacchette verdi. «Tra le risa dei più piccoli, i selfie dei più giovani e il raccontarsi degli adulti abbiamo vissuto momenti intensi di preghiera» confidano alcuni. «Questo pellegrinaggio è un’esperienza coinvolgente — ha detto Enrico, 26 anni —: in comunità, immersi nell’amore di Dio e in pace con gli altri. Torneremo a casa portando nei nostri cuori un qualcosa mai provato prima».

«In questa giornata ci siamo riempiti della grazia di Dio. E ora sarà ancora più bello cercare di mettere in pratica, nel corso della vita, la gioia derivante dall’aver conosciuto, amato e seguito il Signore» ha aggiunto Cristina, 28 anni, testimoniando «l’eccezionale esperienza di fede vissuta e che muove alla conversione profonda».

«Venni già durante il Giubileo del 2000, ma questa volta ho vissuto un’esperienza molto più intensa, forse perché sono più matura», ha detto una volta uscita dalla basilica Vaticana la signora Andreina, descrivendo la grande emozione di vedere «i pellegrini giunti da tutto il mondo raccolti con fede sulla tomba di San Pietro».