· Città del Vaticano ·

Nel bosco di «Quattro Pagine»
Il leccio

L’unico Enea possibile

 L’unico Enea  possibile  QUO-080
08 aprile 2025
Nel bagliore dorato nascosto tra i rami di Silvia Guidi «Come un leccio sfrondato da solide bipenni / nel freddo folto di rami neri / a ogni colpo, a ogni taglio / trae dal ferro stesso vigore e forza». Orazio — siamo nella seconda metà dell’ode iv 4 scritta in lode della gens Claudia, oggetto di un affascinante e documentato studio di Luca Beltramini — descrive la tenacia dei romani paragonandola a un leccio talmente resistente da sembrare vivo di una vita animale, prodigioso come un’Idra, capace di rigenerare se stesso ad ogni colpo d’ascia. «Con altrettanta forza non crebbe l’idra / dal corpo mutilo combattendo contro Ercole / addolorato d’esser vinto, né mostro più grande / produssero i Colchi e la Tebe di Echione» (Non hydra secto corpore firmior / uinci dolentem creuit in Herculem, / ...

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