· Città del Vaticano ·

La gioia dei pellegrini per la presenza di Francesco sul sagrato della basilica Vaticana

L’emozione di una sorpresa

 L’emozione di una sorpresa  QUO-079
07 aprile 2025

di Isabella Piro

Dopo cinquantacinque giorni, ieri, 6 aprile, Papa Francesco è tornato in piazza San Pietro. L’ultima volta era stata domenica 9 febbraio, per la messa del Giubileo delle Forze Armate, di polizia e di sicurezza, ma la sua vicinanza e il suo accompagnamento spirituale ai fedeli non sono mai venuti meno, né durante i 38 giorni di ricovero al Policlinico Gemelli per curare una broncopolmite bilaterale, né ora che è convalescente a Casa Santa Marta.

Nella v domenica di Quaresima, dunque, il Pontefice ha voluto unirsi a sorpresa ai circa ventimila partecipanti al Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità, settimo grande evento dell’Anno Santo. Sotto un caldo sole primaverile, Francesco è giunto sul sagrato della basilica Vaticana quasi al termine della celebrazione eucaristica presieduta come suo delegato dall’arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione - Sezione per le Questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo.

Alla vista del Pontefice in sedia a rotelle — accompagnato dall’assistente sanitario personale Massimiliano Strappetti e dai sacerdoti Fabio Salerno e Juan Cruz Villalón, segretari particolari —, i presenti lo hanno accolto con un fragoroso e caloroso applauso, sullo sfondo dello sventolio colorato di bandiere di quasi novanta Paesi del mondo.

«È stato un qualcosa di unico e commovente!», hanno commentato alcuni pellegrini. «L’abbiamo sentito “nostro” il Papa — hanno aggiunto —. Nessuno si aspettava di ricevere questa meravigliosa sorpresa!».

«Per noi è stato molto importante — hanno sottolineato in particolare due operatori sanitari — perché abbiamo colto la fragilità umana in tutta la sua essenza. Il Papa non ci ha mai lasciati soli, ci ha fatto sentire parte di qualcosa di molto più grande. La sua presenza è stata quindi un dono anche per i tanti pazienti che abbiamo accompagnato qui e che hanno visto quanto la fragilità possa essere accolta, abbracciata e supportata».

«Francesco — ha rimarcato una religiosa originaria delle Filippine — ci ha donato nuove energie per proseguire il nostro servizio e la nostra missione accanto ai malati».

Prima di raggiungere la piazza, — ha reso noto la Sala stampa della Santa Sede — il Pontefice aveva ricevuto il sacramento della riconciliazione in San Pietro, si era raccolto in preghiera e aveva attraversato la Porta Santa.

Pellegrino tra i pellegrini, è poi arrivato all’altare posto sul sagrato della basilica. Quindi ha impartito la benedizione finale, il cui testo è stato letto dall’arcivescovo Fisichella, e con voce flebile ha ringraziato: «Buona domenica a tutti! Buona domenica a tutti! Grazie tante!».

Coadiuvato dalle cannule nasali per l’ossigenazione ad alti flussi, Francesco è apparso in ulteriore miglioramento rispetto a domenica 23 marzo, giorno delle sue dimissioni dal Policlinico Gemelli, quando si era affacciato dal balcone del quinto piano per salutare i fedeli.

E tanti sono stati i saluti che il Papa ha ricevuto ieri nell’appuntamento giubilare svoltosi alla vigilia della Giornata mondiale della salute: dai numerosi pellegrini che si sono avvicinati alle transenne per manifestargli il proprio affetto in modo tangibile, agli operatori del mondo della sanità, i cui camici bianchi, visti dall’alto, hanno creato l’effetto di un candido riquadro abbracciato dal colonnato del Bernini.

Emozionante, nella sua semplicità, anche il saluto che il Pontefice ha scambiato con le lettrici, laiche e religiose che — mentre Francesco rientrava verso Casa Santa Marta —, hanno dato lettura di un suo messaggio di ringraziamento per tutti coloro che hanno partecipato alla celebrazione, nonché «per le preghiere elevate a Dio per la sua salute». Auspicando che il pellegrinaggio giubilare sia ricco di frutti — proseguiva il messaggio, letto in diverse lingue —, il Pontefice ha impartito la benedizione apostolica «estendendola alle persone care, ai malati e ai sofferenti, come pure a tutti i fedeli oggi convenuti».

La messa, apertasi sulle note del canto Tu sei il Dio della mia salvezza, è stata concelebrata da oltre duecento tra cardinali, vescovi e sacerdoti, tra cui i porporati Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, e l’agostiniano Robert Francis Prevost, prefetto del Dicastero per i vescovi, entrambi saliti all’altare al momento della preghiera eucaristica.

La liturgia della Parola è stata scandita da un passo, letto in inglese, del Libro del profeta Isaia (43, 16-21); dal Salmo 125 «Grandi cose ha fatto il Signore per noi» e da un brano della lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (3, 8-14), proclamato in spagnolo. Il Vangelo era quello di Giovanni (8, 1-11).

Alla preghiera dei fedeli, le intenzioni sono state elevate in tagalog — lingua principale delle Filippine —, slovacco, portoghese, romeno e cinese. In particolare, si è pregato per i sofferenti «nel corpo e nello spirito, affinché attingano dalla passione di Cristo forza e consolazione» e per gli operatori sanitari, perché «donino sollievo a quanti vivono nella sofferenza e nel dolore». Alcuni medici ed infermieri sono stati tra coloro che hanno portato all’altare le offerte per la mensa eucaristica. La celebrazione è stata coordinata da monsignor Ján Dubina, cerimoniere pontificio, ed è stata animata dal coro della Cappella Sistina, diretto dal maestro Marcos Pavan.

Al momento dell’ingresso di Papa Francesco in piazza, i coristi hanno intonato il canto Il Signore è il mio pastore. Infine, l’inno del Giubileo, Pellegrini di speranza, ha accompagnato la conclusione della messa. Vi hanno partecipato numerose delegazioni, tra cui quelle del Governo italiano, guidata dal ministro della Salute, Schillaci; della Direzione Sanità e igiene del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano; della Farmacia Vaticana, della Fondazione Policlinico Gemelli, dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù. Presenti anche rappresentanti del Dicastero per l’Evangelizzazione, dell’Elemosineria Apostolica e dell’Ufficio nazionale per la pastorale della Salute della Conferenza episcopale italiana. Dalla Regione Lazio sono giunti diversi medici, infermieri e rappresentanti della Direzione sanitaria. Molteplici anche le organizzazioni di settore come l’Associazione medici cattolici italiani; le Federazioni nazionali degli Ordini sanitari (medici chirurghi, odontoiatri, infermieri, farmacisti, fisioterapisti e radiologi); la Società italiana di ginecologia e ostetricia; gli organismi che raggruppano i donatori di sangue (Fidas, Avis e Fratres); la Fondazione Banco farmaceutico e l’American Heart Association.

Iniziato sabato 5 aprile con il pellegrinaggio dei partecipanti alla Porta Santa della basilica Vaticana, il programma del Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità è proseguito nel pomeriggio dello stesso giorno con numerosi incontri di carattere culturale, spirituale e artistico, organizzati da associazioni, enti e movimenti e ospitati in diverse piazze del centro di Roma. In particolare, a San Giovanni in Laterano si è svolta una raccolta ematica straordinaria e in piazza dell’Oro si è tenuta un’attività di informazione e sensibilizzazione sul tema delle dipendenze.