· Città del Vaticano ·

Pellegrinaggi giubilari diocesani

L’abbraccio della solidarietà
a sostegno dei più fragili

Cropped shot of a female nurse hold her senior patient's hand. Giving Support. Doctor helping old ...
04 aprile 2025

Presentato il settimo grande evento dell’Anno Santo 


Solidarietà, cura e speranza nella malattia e nella fragilità: sono i temi del Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità, in programma il 5 e 6 aprile. Per questo settimo grande evento dell’Anno Santo sono attesi a Roma circa ventimila pellegrini, tra pazienti, medici, infermieri, farmacisti, fisioterapisti, operatori e tecnici sanitari, provenienti da oltre novanta Paesi del mondo, tra cui Italia, Stati Uniti, Canada, Colombia, Argentina, Brasile, Messico, Perú, Cile, Australia, Spagna, Francia, Germania, Croazia, Filippine, Etiopia e Camerun.

L’appuntamento è stato presentato stamani, 4 aprile, nella Sala stampa della Santa Sede, in un meeting point cui hanno preso parte monsignor Graham Bell, sotto-segretario del Dicastero per l’Evangelizzazione; Rocío Bellido Octavio, infermiera dell’Università San Jorge di Saragozza; don Andrea Vena, officiale Dicastero per la Comunicazione e postulatore della causa di canonizzazione della beata Benedetta Bianchi Porro, studentessa di medicina morta nel 1964 per una rara malattia, e Lucia Celesti, medico dell’ospedale pediatrico “Bambino Gesù”.

«L’ospedale ha aderito a questo Giubileo in una maniera entusiasta — ha detto quest’ultima —. Siamo numerosissimi: medici, infermieri, amministrativi, ma anche volontari, persone che vengono dalle Case di accoglienza, pazienti, familiari. È la nostra grande famiglia dalla quale nasce la nostra comunità».

«La speranza — ha aggiunto Celesti — fa parte del nostro Dna. In ospedale sono sempre arrivati bambini da luoghi di guerra, ma mai così vicini e mai così numerosi come in questi ultimi anni». Ma anche in questi casi, la speranza non svanisce, sottolinea ancora la dottoressa, anzi: «Viene rafforzata nel vedere gli effetti positivi di quello che si fa». Ad esempio, accogliere con amore una famiglia vittima di guerra, «davvero serve a spezzare un ciclo» di odio, perché dare amore significa «non far mancare mai la speranza».

Il programma del Giubileo dei malati — che si concluderà domenica con la messa in piazza San Pietro alle 10.30, presieduta dal pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, l’arcivescovo Rino Fisichella, il quale leggerà l’omelia scritta per l’occasione da Papa Francesco, convalescente a Casa Santa Marta — si apre domattina con il pellegrinaggio alla Porta Santa della basilica Vaticana. Nel pomeriggio, sono previsti in diversi luoghi di Roma vari appuntamenti, tra cui: a piazza di Spagna alle 16 si terrà un incontro sul “valore del dono e della solidarietà”, con interventi, tra gli altri, dell’arcivescovo Fisichella e del ministro della Salute italiano Orazio Schillaci; mentre alle 15, la Pontificia Università della Santa Croce ospiterà il convegno “Hospice = Hope”. Previsti anche, in alcune chiese dell’Urbe, momenti di preghiera per i malati, con adorazioni eucaristiche e catechesi a cura di congregazioni religiose con carismi della cura. Infine, presso l’ateneo Lateranense, si terrà un incontro, promosso dall’Ufficio nazionale per la Pastorale della salute della Conferenza episcopale italiana e dall’Università cattolica del Sacro Cuore, sull’importanza di un servizio sanitario più umano, partecipato e sostenibile.