Il ventennale della morte di san Giovanni Paolo II
Uomo di preghiera

di Paweł Rytel-Andrianik Artur Hanula
«Ricordiamo il momento in cui la gente si è inginocchiata qui, in questa piazza. Ricordiamolo per ringraziare Dio del grandissimo pontificato» di san Giovanni Paolo ii, «uno dei più grandi nella storia del papato»: sono le parole dell’arcivescovo metropolita di Danzica e presidente della Conferenza episcopale polacca Tadeusz Wojda, che ieri sera, 2 aprile, ha presieduto in piazza San Pietro la veglia di preghiera in memoria del compianto Pontefice connazionale, nel ventesimo anniversario della sua morte.
L’iniziativa si è svolta alle 21, in concomitanza con l’orario della scomparsa di Papa Wojtyła, avvenuta alle 21.37 del 2 aprile 2005, alla vigilia della domenica della Divina misericordia. L’incontro di preghiera è stato preparato in collaborazione con la chiesa e l’ospizio di San Stanislao di Roma, l’Ufficio per la Pastorale dei polacchi presso il santuario romano di Nostra Signora del Perpetuo soccorso e presso la chiesa di San Nicola a Ostia, nonché con la Fondazione vaticana Giovanni Paolo ii.
«Il nostro grande connazionale — ha proseguito l’arcivescovo Wojda —, ci ha mostrato la via verso Cristo», con l’invito a camminare con Gesù nel quotidiano, servendo gli altri anche tra le difficoltà. «È stato un uomo di preghiera, un uomo di amore, un uomo al costante servizio del prossimo», ha aggiunto, ricordando Wojtyła anche come un modello di coraggio: «Nel mondo di oggi — ha spiegato il metropolita di Danzica —, a volte sembra così difficile professare la nostra fede. Ed è per questo che è necessario tornare a Giovanni Paolo ii, soprattutto al suo insegnamento».
Durante la veglia, non è mancata la preghiera per la pace nel mondo, in particolare in Ucraina, in Terra Santa e in tutti i Paesi africani. Un’intenzione speciale, inoltre, è stata elevata per la salute di Papa Francesco, convalescente a Casa Santa Marta dopo il lungo ricovero al Policlinico Gemelli, «perché possa ritrovare le forze e continuare a guidare la nostra Chiesa». Si è pregato poi per la famiglia e perché «sostenuti dall’insegnamento di Giovanni Paolo ii, sappiamo scegliere ciò che è vero, sappiamo stare sempre dalla parte della Parola e della volontà di Dio».
La recita del rosario — accompagnata dal coro Gaudium Poloniae della chiesa di San Stanislao — è stata intervallata dalla lettura di citazioni del magistero di Papa Wojtyła. Vi hanno partecipato, tra gli altri, l’ambasciatore della Repubblica di Polonia presso la Santa Sede, Adam Mariusz Kwiatkowski, il console generale polacco a Roma, Bartosz Skwarczyński, e diversi presuli provenienti dalla Polonia: gli arcivescovi Stanisław Budzik di Lublino e Wiktor Skworc di Katowice, e il vescovo ausiliare di Lublino, Artur Miziński. Era presente anche il rettore dell’Università cattolica Giovanni Paolo ii di Lublino, Mirosław Kalinowski.
La veglia ha fatto seguito alla messa presieduta nel primo pomeriggio dal cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, nella basilica Vaticana. Al termine della celebrazione, raggiunta in processione la tomba del compianto Pontefice all’altare di San Sebastiano, i celebranti e le autorità presenti hanno pregato per l’intercessione del Papa santo. Il cardinale Stanisław Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia e a lungo segretario particolare di Wojtyła, ha posto una candela accesa sopra al sepolcro; quindi il cardinale Baldo Reina, vicario per la diocesi di Roma, ha letto un’invocazione. «Dalla finestra del cielo donaci la tua benedizione — ha scandito —, benedici la Chiesa che hai tanto amato e coraggiosamente servito sulle vie del mondo. Sentiamo ancora il tuo potente grido: “Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”. Aiutaci ad aprire a Gesù la porta del nostro cuore».