· Città del Vaticano ·

I 175 anni de «La Civiltà Cattolica»
L’intervento del cardinale Parolin

Quello stretto legame
con i Pontefici

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha presenziato alle celebrazioni per i 175 anni ...
02 aprile 2025

di Salvatore Cernuzio

Centosettantacinque anni di «presenza amica» e di «servizio intelligente alla Santa Sede e alla Chiesa». Un messaggio di Papa Francesco, firmato lo scorso 17 marzo dal Policlinico Gemelli, ha aperto nella sorpresa generale la cerimonia di ieri pomeriggio a Villa Malta per celebrare il 175° anniversario de «La Civiltà Cattolica». Il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, e il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, hanno partecipato al momento celebrativo della storica rivista culturale della Compagnia di Gesù. Non una rivista qualunque, ma una delle più antiche ancora in pubblicazione, nata il 6 aprile 1850 per volontà di Pio ix che espresse il suo sostegno, in un periodo convulso in Italia e nei Paesi europei, a un progetto editoriale dei gesuiti. Da allora «La Civiltà Cattolica» è divenuta strumento per leggere e interpretare la storia, la politica, la cultura, la scienza, l’arte alla luce della fede cristiana, in sintonia con le posizioni della Santa Sede.

Ampio il parterre nella storica sede di via di Porta Pinciana con l’ex premier italiano Mario Draghi in prima fila, poi i cardinali José Tolentino de Mendonça e George Jacob Koovakad, prefetti rispettivamente dei Dicasteri per la Cultura e l’Educazione e per il Dialogo Interreligioso, gli arcivescovi Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, e Claudio Maria Celli, e padre Antonio Spadaro che della rivista è stato direttore per oltre un decennio e, ancora, politici, ambasciatori, giornalisti.

L’attuale direttore, padre Nuno da Silva Gonçalves, e padre Arturo Sosa, preposito generale della Compagnia di Gesù, hanno introdotto l’evento con interventi entrambi volti a ricordare la storia e a raccontare l’attualità e il rinnovamento editoriale e digitale de «La Civiltà Cattolica» che ha ampliato il suo pubblico con 7 diverse lingue. A seguire il cardinale Parolin, il quale ha ripercorso nascita, vita e sviluppo di questo «progetto», fortemente voluto da Papa Mastai-Ferretti e dall’allora segretario di Stato, Giacomo Antonelli. La rivista da subito è stata strumento di «divulgazione» e «formazione» capace di «aiutare i lettori ad avere una visione cristiana».

«Un’identità mantenuta fino ai giorni nostri» ha detto Parolin, sottolineando «il legame stretto con il Papa» da parte della rivista, che «ha accompagnato e accompagna l’insegnamento pontificio nelle varie forme, lo diffonde, lo interpreta e lo rende accessibile». Anche i Papi stessi, ha evidenziato il cardinale, hanno «accompagnato» con richieste e suggerimenti il lavoro della rivista che, dopo anni di «intransigenza» e anche «polemiche», è divenuta preziosa piattaforma per comprendere il Concilio Vaticano ii. Fu Giovanni xxiii a chiedere a padre Roberto Tucci, all’epoca direttore, che la rivista facesse conoscere al pubblico i lavori conciliari. «La Civiltà Cattolica» si è così allineata «ai segni dei tempi e al dialogo con una cultura secolarizzata», ha sottolineato Parolin, ricordando l’apprezzamento di Giovanni Paolo ii e Benedetto xvi alla rivista, sempre però «ribadendo il primato della verità», e l’incoraggiamento di Francesco, che ha esortato a «costruire ponti, essere presenti in frontiere e crocevie ed entrare nel dialogo culturale contemporaneo».

«Cari gesuiti, continuate a fare tesoro delle parole di Papa Francesco e dei suoi predecessori», ha raccomandato il cardinale segretario di Stato. Particolare gratitudine l’ha espressa per la «presenza regolare nel mondo digitale»: un «impegno competente e generoso» che va di pari passo con quello per «il rispetto della dignità umana» e la «promozione di pace» per cui la Santa Sede non può che essere grata.

Del lavoro a favore della pace da parte del periodico ha parlato nel suo intervento anche Andrea Riccardi. Il fondatore della Comunità di Sant’Egidio ha ricordato i tanti «avversari» che «La Civiltà Cattolica» «ha combattuto» negli anni rimanendo, però, sempre pugnace — specie quando si è fatta «voce del Papa sulla pace e contro la guerra». Lo è stata con Benedetto xv e Pio xii durante i due conflitti mondiali; lo è stata durante la guerra in Iraq «quando le parole di Giovanni Paolo ii sembravano edulcorate anche dai media cattolici italiani». Da sempre «La Civiltà Cattolica» ha saputo «far cultura a partire dalla Chiesa e della fede» e, ancora oggi continua a farlo, ha detto Riccardi, in una «stagione caratterizzata da una impressionante deculturazione delle religioni».