Simul currebant - Nel mondo dello sport

di Gianni Gola*
La mia testimonianza personale sul valore della tregua olimpica inizia nel febbraio 2000. Ero presidente del Consiglio internazionale dello sport militare, con l’adesione delle Forze armate di 133 Nazioni. Mi giunse, a sorpresa, una cordiale lettera del presidente del Comitato olimpico internazionale, Juan Antonio Samaranch, con l’invito a far parte del board della neo costituita Fondazione internazionale per la tregua olimpica. Naturalmente ho accettato.
Alla prima riunione, prima a Olimpia e poi ad Atene, ho incontrato diplomatici, primi ministri e ministri degli esteri, il presidente in carica dell’assemblea e due ex segretari generali dell’Onu. Samaranch riteneva indispensabile il contributo alla tregua olimpica anche da parte dell’organizzazione dello “sport militare”.
I dieci anni di esperienza nella Fondazione sono stati straordinari. A partire dal 2001 abbiamo iniziato a collaborare con le Nazioni Unite per la stesura e l’approvazione da parte dell’assemblea — l’anno prima dei Giochi — della risoluzione che prevede la tregua, secondo lo stile dell’antica Grecia.
Anche lo “sport militare” ha aumentato il proprio impegno a favore della tregua olimpica e per la pace. Nel 2003, a Catania, per la terza edizione dei Giochi mondiali militari, è stata quasi miracolosamente sottoscritta, da tutti i Paesi rappresentati, l’adesione formale alla tregua. Quel documento l’ho consegnato l’anno dopo, durante i Giochi di Atene, a Samaranch a bordo della nave Amerigo Vespucci.
Ricordo numerosi atti di amicizia, anche tra militari-atleti di Paesi storicamente avversari, ad esempio India e Pakistan. E ho assistito al tifo delle atlete e degli atleti militari della Corea del sud per la squadra femminile militare di calcio della Corea del nord nella finale vinta 5-0 con la Germania.
Ma c’è un ricordo che supera tutti gli altri. Il 7 settembre 1995, allo stadio Olimpico di Roma, si è svolta la cerimonia di apertura dei primi Giochi mondiali militari: per la prima volta nella storia le uniformi delle Forze armate di quasi cento Paesi si sono mischiate, in pace, grazie allo sport.
Giovanni Paolo ii ha ricevuto i partecipanti rivolgendo loro un appello, direi un grido: le Forze armate di tanti vostri Paesi si sono troppe volte affrontate e scontrate, spargendo sangue ma ora, grazie allo sport, è l’ora di dire forte «guerra alle guerre!». Quelle tre parole sono state pubblicate a caratteri cubitali sulla prima pagina de «L’Osservatore Romano» e hanno fatto il giro del mondo.
*Già membro della Fondazione del Comitato olimpico internazionale per la tregua olimpica