Suona l’organo

L’abbazia di Notre-Dame de Jouarre è un'antica e famosa abbazia francese, a 70 km da Parigi, ancor oggi abitata da una comunità di monache benedettine che vivono secondo la regola di San Benedetto, ora et labora.
Le monache tengono molto all’organo della loro chiesa, che è un pregiatissimo Mutin-Cavaillé-Coll, un nome che nell’Ottocento e fino ai primi anni Trenta del Novecento ha significato l’eccellenza degli organari: Aristide Cavaillé-Coll è stato uno dei più famosi costruttori di organi di tutti i tempi, Charles Mutin uno studente brillante che entrò a 14 anni come apprendista nella Maison Cavaillé e grazie al suo talento divenne il successore del Maestro, rilevandone poi la fabbrica, della quale tramandò il nome ma unendolo al suo.
Fatto è che oggi di organari non ne girano più molti. E mancano «suore capaci di offrire sostegno e canti», ammettono loro stesse.
Così da qualche anno la comunità monastica di Jouarre sperimenta una formula di accoglienza particolare: quella che si svolge attorno al proprio organo e al servizio della propria liturgia.
Da qualche tempo sul loro sito (abbayejouarre.org) c’è in bella evidenza un annuncio fisso, sempre attuale!: «Stiamo cercando persone disposte a fornire il prezioso servizio di organista alla comunità, su base occasionale o regolare».
Non c’è compenso, c’è uno scambio di «buoni servizi»: le benedettine propongono soggiorni con accesso gratuito al loro Mutin-Cavaillé Coll (13 registri su 2 tastiere-pedali), gli ospiti trovano nel monastero un luogo di contemplazione, vitto, alloggio, più il prezioso organo «in cui lavorare e uno spazio liturgico vivo per mettere i propri talenti al servizio del Signore e dei fratelli».
Finora tutti felici e contenti. «Abbiamo toccato la vera profondità di quello che chiamiamo “scambio”: niente di commerciale in questa parola così vissuta, ma la pura gratuità dove ognuno accoglie nell'altro il meglio che ha», scrivono le monache.
E ancora: «La varietà degli organisti è, per una comunità stabile come quella benedettina, una vera ricchezza: ciascuno, secondo il proprio talento, apporta il proprio tocco personale alla liturgia. Abbiamo poi scoperto brevi momenti di meditazione musicale dopo i Vespri, sontuose improvvisazioni prima delle antifone e brani che facevano suonare il nostro organo come raramente accade. Tuttavia non interromperemo l'esperienza! Quindi: consiglio agli amatori!».
E, a questo punto, via con precise indicazioni di servizio, espresse con buona dose di spirito: siamo a Jouarre, in treno ci si arriva partendo da Paris Est (direzione Château-Thierry), dalla stazione ferroviaria al monastero vi vogliono dieci minuti con la macchina o il bus navetta (o 40 minuti a piedi in salita!). Ci prediamo cura del tuo alloggio e dei tuoi pasti. È possibile, al di fuori dei servizi e dei momenti di silenzio per la preghiera privata, lavorare sul nostro organo.
Orario base per i giorni feriali: lodi-messa alle 8.45, vespri alle 17.45 per non parlare delle veglie alle 5.30! ! ! (a seconda della vostra “follia mattutina”). La domenica: messa delle 9,45, vespri delle 17.
La descrizione dell’organo è minuziosa, perché non si dica che l’ingaggio non è chiaro: manuali, pedaliere etc etc.
Sollecitazione finale: l’organista sarebbe utile nel fine settimana per la messa domenicale e i vespri (eventualmente); nelle solennità e celebrazioni infrasettimanali per la Messa e i Vespri (eventualmente).