
Naiypydaw, 29. Con il passare delle ore sta assumendo i contorni di una vera e propria ecatombe il terremoto che ha devastato il centro del Myanmar, con epicentro a 16 chilometri a nordovest della città di Saigang, lungo l’omonima faglia che attraversa il Paese asiatico da nord a sud, e a soli 10 chilometri di profondità. Un sisma che si è propagato per migliaia di chilometri, raggiungendo la vicina Thailandia, la Cina, fino al Laos e al Vietnam.
Finora le vittime accertate sono 1.007, ma si teme un bilancio molto più pesante, soprattutto perché il sisma di magnitudo 7,7 sulla scala Richter — seguito da un altro di 6,4 — ha squassato diverse impervie zone rurali del Paese del sud-est asiatico difficili da raggiungere. Altre 10 vittime sono state confermate a Bangkok, capitale della Thailandia.
Secondo funzionari statunitensi citati dalla Cnn, il terremoto potrebbe avere causato più di 10.000 vittime: una stima in linea con quella degli esperti. Gli analisti hanno aggiunto che il costo finanziario del disastro potrebbe raggiungere decine di miliardi di dollari e potrebbe superare il prodotto interno lordo del Myanmar.
La situazione è così disastrosa che la giunta militare, al potere dopo il colpo di stato del 2021 che ha defenestrato il governo civile, ha chiesto l’intervento di altri Paesi per fornire aiuti tempestivi. Si tratta di un fatto inusuale, dato che, dal colpo di Stato le autorità militari sono riluttanti ad accettare gli appoggi esteri. Alcune ong accusano, infatti, i generali di volere gestire in prima persone gli aiuti, per destinarli solo alle zone controllate dall’esercito, escludendo quelle in mano ai ribelli .
I pochi soccorritori e i volontari stanno scavando da ore tra le macerie degli edifici crollati, in una disperata ricerca di sopravvissuti. Il sisma ha distrutto, case, palazzi e templi, abbattuto ponti e piegato strade in ampie zone del Myanmar, con una massiccia distruzione a Mandalay, la seconda città più grande del Paese asiatico e che ospita oltre 1,7 milioni di persone. L’organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha immediatamente attivato il sistema di gestione delle emergenze.
La giunta militare birmana ha affermato che 1.591 case sono state danneggiate nella sola regione di Mandalay, epicentro del sisma. Almeno 12 bambini e un insegnante sono morti nel crollo di una scuola materna a Mandalay.
«Dopo il terremoto si rischia un’emergenza sanitaria: gli ospedali, già poco attrezzati e con strumentazioni inadeguate, sono già al collasso e mancano farmaci», denuncia intanto Angelo Conti dell’ong Medacross, che opera in Myanmar, citato dall’Ansa. «Inoltre — ha aggiunto Conti — per i soccorsi tentare di raggiungere la zona dell’epicentro del sisma è difficile anche per la guerriglia. Chi proviene dalla Thailandia, una delle porte principali per raggiungere la zona, deve infatti attraversare un’area estremamente pericolosa».
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di Deborah Castellano Lubov