
di Giada Aquilino
L’immagine che è circolata in maggior misura sui social è quella, scioccante, del crollo di un edificio di 30 piani in costruzione a nord di Bangkok, in Thailandia, che ha causato almeno 3 morti, 7 feriti e una novantina di dispersi a causa del fortissimo terremoto di magnitudo 7.7 — seguito da una replica da 6.4 — che si è registrato stamani nel sud-est asiatico. Al contempo è il Myanmar a lanciare l’allarme per le conseguenze devastanti del sisma che ha trasformato gli ospedali, tra cui quello di Mandalay, la seconda città del Paese, in zone «di vittime di massa», come hanno riferito i soccorritori.
L’epicentro è stato individuato a 16 km a nord-ovest di Sagaing, nel centro del Myanmar, secondo l’istituto geosismico statunitense Usgs, che ha diramato un’allerta rossa: «È probabile che si verifichino migliaia di decessi» in Myanmar, ha fatto sapere l’agenzia Usa. Fonti dell’emittente Bbc parlano di «centinaia di morti». Un primo bilancio parziale, in aggiornamento, parla di almeno 25 morti, perlopiù nella zona di Mandalay.
La giunta militare al potere a Naypyidaw dal colpo di Stato del 2021, in una terra già devastata dalla guerra civile tra esercito e milizie etniche, ha decretato lo stato di emergenza in sei regioni (Sagaing, Mandalay, Magway, il nord-est dello Stato di Shan, Naypyidaw e Bago) e ha lanciato una rara richiesta alla comunità internazionale, per aiuti umanitari urgenti. Fonti di stampa nella capitale birmana hanno riferito di scene di panico tra la popolazione durante la prima scossa prolungatasi per trenta secondi, con le strade che sono state piegate dalla forza tellurica e molti edifici che sono crollati o hanno subito forti danni. Il capo della giunta, Min Aung Hlaing, è arrivato in uno dei principali ospedali della città dove vengono assistiti i feriti. Un funzionario della struttura ha detto che tantissime persone sono state curate fuori dal pronto soccorso da 1.000 posti letto, quindi anche per strada. Scattata l’emergenza sangue, con richieste di donazioni di plasma nelle aree maggiormente interessate dalle scosse.
Più a sud, a Taungoo, nel drammatico crollo del monastero di Wailuwun almeno cinque bambini e un novizio hanno perso la vita e si lotta contro il tempo per salvare una ventina di piccoli rimasti intrappolati sotto le macerie. Molti gli edifici rovinosamente accartocciatisi su se stessi a Mandalay, l’antica città ricca di storici templi buddisti, dove sono stati registrati il cedimento di un luogo di culto e danni anche a strade e ponti: crollato quello di Dotehtawadi sulla Yangon-Mandalay Expressway e inagibili alcune porzioni dell’arteria di collegamento.
La Croce Rossa si dice preoccupata pure per la tenuta delle dighe, specificando che alcune parti del Paese sono al momento senza elettricità e connessione internet. «Le telecomunicazioni sono limitate», testimonia Caritas Italiana in una nota in cui spiega che la Caritas del Myanmar, Kmss, si è immediatamente attivata per le operazioni di soccorso, in coordinamento con istituzioni e organizzazioni locali, e per la verifica dei bisogni. «Tutti gli operatori e le operatrici di Kmss sono al sicuro, ma alcune delle case dove vivono, nella diocesi di Mandalay, sono crollate. Il direttore della diocesi di Mandalay — prosegue il comunicato — ha riferito che molte persone in città sono ancora disperse».
In Thailandia intanto il primo ministro, Paetongtarn Shinawatra, ha dichiarato lo stato di emergenza a Bangkok, distante oltre mille chilometri dall’epicentro in Myanmar, mentre i soccorritori proseguono le ricerche dei dispersi. Consigliato ai residenti, in particolare quelli dei grattacieli, di evitare l’uso degli ascensori. Resta operativo al momento l’aeroporto Suvarnabhumi.
Dall’India, il primo ministro Narendra Modi ha offerto «tutta l’assistenza possibile» a Myanmar e Thailandia. Il sisma è stato avvertito in modo netto anche in Cina, nella provincia nmeridionale dello Yunnan, al confine col Myanmar. Le immagini trasmesse dai media di Pechino hanno mostrato una strada della città di Ruili disseminata di detriti.
Quella di Sagaing è un’importante faglia sismica in Myanmar, che corre dal centro al nord del Paese, causata dal movimento delle placche indiana ed eurasiatica. I terremoti sono relativamente frequenti nella zona: nel novembre 2012 una scossa di 6.8 causò 26 morti, nel 2016 una analoga provocò altre tre vittime.