Il peso del passato

Ci sono i momenti in cui sembra che Gesù attenda l’umanità «proprio lì», all’incrocio della vita, nel cuore della catechesi preparata da Papa Francesco per l’udienza generale di oggi, annullata a causa della convalescenza del Pontefice a Casa Santa Marta, dopo 38 giorni di ricovero ospedaliero.
Proseguendo il ciclo di riflessioni su «Cristo nostra speranza», il vescovo di Roma si sofferma sull’episodio dell’incontro del Figlio di Dio con la donna samaritana al pozzo, narrato nel Vangelo di Giovanni, ed evidenzia la capacità di Gesù di farsi trovare da chi, pur essendo privo di speranza ed anche «un po’ diffidente», ha «sete» di Lui e da Lui si sente capito, accolto e perdonato.
Allo stesso modo — scrive Francesco nella catechesi —, l’immagine della samaritana che dimentica la sua anfora ai piedi del Signore per andare a chiamare la gente del villaggio invita alla «ricerca di nuovi modi per evangelizzare». Perché solo dopo aver consegnato a Dio «il peso del passato», cioè solo dopo essersi riconciliati, si può «portare il Vangelo» al mondo.
Di qui, l’invito rivolto dal Pontefice ai fedeli affinché non perdano la speranza, anche se gravati da una storia personale «pesante, complicata, forse addirittura rovinata». C’è sempre, infatti, la possibilità di affidarsi al Signore e di «ricominciare il cammino», poiché «Dio è misericordia e ci attende sempre».