La longevità

«La longevità è una delle grandi sfide del nostro tempo» perché è una questione non solo medica, ma che «tocca la società nel suo complesso, coinvolgendo economia, cultura, etica e spiritualità»: lo ha ribadito il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, intervenuto nel pomeriggio di ieri, 24 marzo, al convegno dal titolo “Vatican Longevity Summit: sfidare l’orologio del tempo”, patrocinato dalla Pontificia Accademia per la vita e svoltosi presso il Centro conferenze dell’Augustinianum di Roma.
«Viviamo in un’epoca in cui i limiti e le fragilità tendono ad essere negati, come se la vecchiaia fosse un problema da nascondere», ha spiegato il porporato. «Ma la vita è un dono e conserva il suo valore in ogni fase dell’esistenza», ha aggiunto.
«Non possiamo cadere nell’illusione di un progresso che segue l’immortalità biologica — ha inoltre sottolineato il segretario di Stato —, dimenticando che la vera pienezza si trova non nella quantità degli anni, ma nella qualità delle relazioni, nell’amore donato e ricevuto, nel senso profondo di essere parte di una comunità».
Pertanto, il cardinale Parolin ha esortato la «ricerca scientifica e tecnologica» ad essere orientata «al bene integrale della persona» e «al servizio della dignità umana e della fraternità universale». «La longevità non può diventare un privilegio riservato a pochi, né una nuova forma di disuguaglianza sociale», ha ribadito, citando anche i numerosi interventi di Papa Francesco su tale argomento.
Infine, il cardinale Parolin ha sottolineato nuovamente l’importanza dei rapporti tra giovani e anziani per portare a una «solidarietà intergenerazionale» ed evitare una «cultura dell’individualismo».
A margine dell’evento, interpellato dai giornalisti sulla salute del Pontefice all’indomani delle dimissioni dal Policlinico Gemelli dopo un ricovero lungo 38 giorni per curare una polmonite bilaterale, il segretario di Stato ha spiegato che il Papa «adesso avrà bisogno di convalescenza» e «di stare tranquillo». Prematuro quindi, ha concluso il porporato, prevedere come sarà organizzata l’agenda del vescovo di Roma e il calendario delle diverse udienze e celebrazioni. «Il lavoro di ufficio continuerà — ha spiegato —, per il momento si sottoporranno al Papa soltanto le situazioni più importanti, questioni che richiedono decisioni da parte sua, anche per non affaticarlo troppo. Poi man mano che riprenderà, si tornerà alla programmazione normale».