Una prospettiva creativa

di Giacomo Costa, sj*
«Preghiamo per la Chiesa, chiamata a tradurre in scelte concrete il discernimento fatto nella recente Assemblea Sinodale. Ringrazio la Segreteria Generale del Sinodo, che nei prossimi tre anni accompagnerà le Chiese locali in questo impegno». Con queste parole scritte nell’Angelus di domenica scorsa, 16 marzo, Papa Francesco traccia il cammino della Chiesa nel prossimo triennio.
L’orizzonte è la fase dell’applicazione di un Sinodo, apertasi quando la xvi Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi ha approvato il Documento finale, il 26 ottobre 2024, presentandolo al Santo Padre. Egli ha dichiarato che il Documento partecipa del Magistero ordinario del Successore di Pietro e chiede che come tale sia accolto. Ciascuna Chiesa è dunque invitata a incarnarlo nel contesto socioculturale in cui vive, in stile sinodale, prendendo le mosse dai frutti raccolti nella fase dell’ascolto, ma lasciandosi stimolare e provocare dalle indicazioni dell’Assemblea sinodale. Attraverso di essa, infatti, abbiamo insieme potuto ascoltare «ciò che lo Spirito dice alle Chiese» (Ap 2, 7).
Gli ambiti della possibile applicazione delle conclusioni del Sinodo sono molti: ad esempio, l’assunzione da parte di laici e consacrati, uomini e donne, di ruoli di responsabilità che non richiedono il Sacramento dell’Ordine; oppure la sperimentazione di forme di servizio e ministero che rispondano alle esigenze pastorali nei diversi contesti; o ancora l’istituzione o il rinnovamento in chiave sinodale degli organismi di partecipazione; o l’attivazione di processi decisionali basati sul discernimento ecclesiale e l’adozione di pratiche di rendiconto e valutazione in tutte le dimensioni della vita ecclesiale.
Ma l’attuazione non può limitarsi a singoli punti, per quanto assai preganti, astraendoli dalla prospettiva ecclesiologica relazionale emersa dal Sinodo. Al cuore dell’attuazione vi è da una parte la cura delle relazioni tra tutti i membri del popolo di Dio (ministri ordinati, consacrati e consacrate, laici e laiche, membri di associazioni e movimenti e persone che vivono il proprio cammino nelle realtà parrocchiali) e, dall’altra, la promozione dei legami tra le Chiese a partire da quelle più vicine, di una medesima regione o continente, nella chiave dello scambio di doni e di una cattolicità lontana da un universalismo astratto.
In questa prospettiva relazionale rientra anche la spiritualità sinodale. La conversazione nello Spirito che ha animato il processo sinodale non è una tecnica d’animazione, ma una esperienza del motore stesso del cammino: l’ascolto dei fratelli e delle sorelle apre all’ascolto della voce dello Spirito. Non basta sedersi attorno a un tavolo rotondo, conta il modo in cui si accoglie la parola dell’altro e ci si lascia toccare da essa. Per questo tutti hanno un contributo da dare al dialogo, pur nella differenza di ruoli e responsabilità.
La prospettiva del dialogo resta centrale nella fase dell’applicazione. Molti hanno partecipato con entusiasmo all’inizio, ma sempre con il timore che le loro parole potessero rimanere inascoltate o perdersi nel lungo cammino fino a Roma. Ora si tratta di mostrare che non è successo, affrontando insieme le sfide individuate allora, ma sulla base degli orientamenti elaborati dall’Assemblea sinodale e confermati dal Santo Padre.
Si tratta di un percorso affascinante, ma che non si fa da solo. Per questo il Santo Padre — lo leggiamo nella seconda parte della frase dell’Angelus — ha incaricato la Segreteria Generale del Sinodo di accompagnarlo, perché si svolga in maniera sinodale. Si tratta di un processo articolato, tracciato dal cardinale Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo, nella lettera inviata il 15 marzo a tutti i Vescovi del mondo e, attraverso di loro, a tutto il Popolo di Dio.
Occorre innanzitutto riattivare le équipe sinodali ai diversi livelli, che saranno il fulcro anche della fase dell’attuazione, curando la effettiva integrazione di tutte le componenti della Chiesa: dalle comunità parrocchiali alle realtà associative alla vita consacrata. Le Chiese che finora hanno meno investito sul cammino sinodale avranno così l’opportunità di recuperare il percorso non fatto.
In secondo luogo, il percorso invita le Chiese a continuare a confrontarsi e a camminare insieme: è questo lo scopo delle diverse “Assemblee di valutazione” previste per il 2027-2028. Come sottolinea il Documento finale, la valutazione non è una forma di giudizio o di controllo, ma un’opportunità per illuminare i progressi compiuti e individuare le aree di miglioramento (cfr. n. 100). In questa linea si colloca anche l’Assemblea ecclesiale di ottobre 2028: un incontro per celebrare i doni ricevuti, così da continuare a crescere insieme come Chiesa sinodale missionaria.
Confluiranno in questo percorso anche i risultati dei dieci Gruppi di studio e della Commissione canonistica, che affrontano quelle questioni emerse dall’ascolto dei fedeli che richiedono uno studio approfondito perché coinvolgono tutta la Chiesa e tutte le Chiese. Sono laboratori di sinodalità, in cui come Chiesa stiamo imparando ad affrontare insieme interrogativi scottanti, anche se questo può generare frustrazione in chi si aspettava risposte immediate.
I contenuti e le decisioni sono importanti, ma lo sono altrettanto le modalità con cui li si affrontano e soprattutto la possibilità fare esperienza di sinodalità. È questo che la Segreteria Generale del Sinodo deve promuovere nel suo servizio di accompagnamento. La sinodalità è innanzitutto uno stile di Chiesa, un modo di relazionarsi al mondo. Strutture e norme adeguate sono indispensabili, ma non bastano. Solo attraverso una esperienza concreta e condivisa dall’intero Popolo di Dio, nella varietà dei suoi carismi e ministeri, potremo imparare a riconoscere il Signore che ci precede, ci accompagna e ci guida.
Le parole di Papa Francesco all’Angelus erano scarne, ma il compito che ci affidano è grande: promuovere un’azione creativa, affinché il dinamismo del “camminare insieme” diventi sempre più lo stile ordinario della Chiesa. In questo modo, la Chiesa potrà annunciare e testimoniare credibilmente il Vangelo nel mondo di oggi.
*Segretario speciale della prima e seconda Sessione della xvi Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi