In preghiera

«Fratelli e sorelle, pellegrini di speranza, ci raccogliamo in preghiera per recitare il Santo Rosario e contemplare i misteri della vita di Gesù con lo sguardo della Beata Vergine Maria». Così l’arcivescovo Alejandro Arellano Cedillo, decano del Tribunale della Rota Romana, ha introdotto il rosario in piazza San Pietro ieri sera, 19 marzo, per chiedere la guarigione di Papa Francesco, ricoverato al Policlinico “Gemelli” dal 14 febbraio scorso.
L’immagine di “Maria Madre della Chiesa” posta sul sagrato della basilica Vaticana ha vegliato sulla preghiera, durante la quale sono stati meditati i misteri Gloriosi. Il presule ha anche ricordato la ricorrenza, ieri, della solennità di san Giuseppe, invitando «tutta la Chiesa» a pregare per la salute del Pontefice.
Nella sera di martedì 18 marzo a presiedere la preghiera mariana nella stessa cornice era stato il cardinale Angelo De Donatis, penitenziere maggiore. «Fratelli e sorelle — ha detto il porporato, introducendo la meditazione dei misteri del Dolore —, anche questa sera con la recita del rosario invochiamo Maria, Salute degli infermi, per la salute dal Santo Padre Francesco».
«Sappiamo quanto Papa Francesco sia devoto di san Giuseppe», ha aggiunto il cardinale De Donatis, guardando al giorno successivo e ricordando come proprio nella solennità del padre putativo di Gesù, il 19 marzo 2013, il Pontefice avesse iniziato «il suo ministero petrino».
«La Vergine, che in modo singolare ha partecipato al mistero della Croce di Cristo, è l’icona perfetta della maternità della Chiesa verso la quale ogni battezzato deve corrispondere», ha aggiunto il penitenziere maggiore, definendo Maria «Madre premurosa» che «risplende come segno di speranza a quanti invocano il suo aiuto».
Come avviene dal 24 febbraio, a entrambi gli appuntamenti di preghiera hanno preso parte cardinali, vescovi, prelati, sacerdoti, religiosi e religiose della Curia romana e della diocesi di Roma, insieme a numerosi fedeli. Sia martedì sia ieri il rosario si è concluso con la recita del “Salve Regina”, le “Litanie lauretane” e l’invocazione del dono dello Spirito Santo «in aiuto alla nostra debolezza, perché, perseverando nella fede, cresciamo nell’amore e camminiamo insieme fino alla meta della beata speranza».
Infine, l’assemblea ha intonato l’Oremus pro Pontifice e i partecipanti sono stati congedati con la benedizione.