19 marzo 2013: Francesco inizia il ministero di Pastore universale della Chiesa
Dodici anni al servizio

Gratitudine, da parte di tutto il popolo italiano, «affettuosa» vicinanza e auguri di «pronto ristabilimento»: sono i sentimenti che il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha espresso in un messaggio indirizzato a Papa Francesco in occasione del dodicesimo anniversario di inizio pontificato, ricorso ieri, 19 marzo.
Al Pontefice, ricoverato al Policlinico “Gemelli” di Roma dal 14 febbraio, Mattarella ha assicurato la riconoscenza «per questi dodici anni nei quali ha offerto la più autentica testimonianza dei valori evangelici, in un servizio costante non soltanto alla Chiesa cattolica ma all’umanità tutta».
«Di questo afflato la lettera enciclica Dilexit nos offre un esempio luminoso — si legge nel messaggio diffuso dal Quirinale —, con l’invito a ogni donna e ogni uomo e di buona volontà a varcare i confini del personale tornaconto e a riconoscersi legati agli altri da quel vincolo di umana fratellanza che prescinde da considerazioni di prossimità geografica o di affinità culturale».
A tale riguardo, il presidente ha richiamato «gli spunti inediti di riflessione» che l’«alto» magistero di Francesco ha posto al centro del dibattito negli importanti consessi multilaterali: la Conferenza delle parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, il G7 presieduto dall’Italia, il G20. In tutte queste occasioni, il Papa — ha scritto Mattarella — «ha portato un vibrante richiamo alla riscoperta della speranza, all’accantonamento di logiche di forza e di prevaricazione, a quelle istanze di rinnovamento dischiuse da un uso etico delle nuove tecnologie». «Mentre al livello internazionale sembrano affievolirsi le ragioni del diritto e di una corretta articolazione della convivenza tra gli Stati», la voce del Pontefice «è e resta più che mai necessaria», ha affermato ancora il capo dello Stato italiano.
Nel messaggio del presidente è contenuto anche il ricordo dell’apertura della Porta Santa presso il carcere romano di Rebibbia, avvenuta il 26 dicembre scorso, all’inizio del Giubileo, nonché la decisione di canonizzare prossimamente i beati Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, «figure molto amate, anche dalle giovani generazioni». Queste decisioni del Pontefice, ha concluso il capo di Stato, «ispirano nei miei concittadini viva gratitudine nei confronti del Vescovo di Roma, di cui tutti avvertiamo la particolare sollecitudine per l’Italia».