· Città del Vaticano ·

Convergenze

 Convergenze  QUO-064
20 marzo 2025

Non appena si ammira la scultura di Li Hong Bo, cinquantenne artista cinese, vengono subito alla mente i versi di Foglie d’erba di Walt Whitman:

Amico, questo non è un libro
Chi tocca questo tocca un uomo
(È forse notte? Siamo insieme noi due soli?)
Sono io quello che tu tieni e che ti tiene
Da queste pagine balzo tra le tue braccia
la morte mi fa risorgere.

Qui vediamo infatti un essere umano (un giovane?) che balza fuori dalle pagine di tanti libri, quei libri che prendiamo e teniamo in mano mentre loro ci tengono, ci prendono. Ci rapiscono. Quell’uscita “dai” libri è molto suggestiva. Può essere una liberazione, come i “prigioni” di Michelangelo? Forse no.

Forse la scena che vediamo è più simile ad una “sana espulsione” come potrebbe essere il parto, una “generazione”. Forse è vero che “ Siamo quello che leggiamo” come recita il titolo del saggio di Aidan Chambers. Mangiamo non solo cibo ma anche libri. Entrano, i libri, nel nostro tessuto organico e lo rinforzano, lo nutrono e lo plasmano. Lo ha detto bene Papa Francesco all’inizio del Messaggio per le Comunicazioni Sociali del 2020: «L’uomo è un essere narrante. Fin da piccoli abbiamo fame di storie come abbiamo fame di cibo. Che siano in forma di fiabe, di romanzi, di film, di canzoni, di notizie…, le storie influenzano la nostra vita, anche se non ne siamo consapevoli. Spesso decidiamo che cosa sia giusto o sbagliato in base ai personaggi e alle storie che abbiamo assimilato. I racconti ci segnano, plasmano le nostre convinzioni e i nostri comportamenti, possono aiutarci a capire e a dire chi siamo.

L’uomo non è solo l’unico essere che ha bisogno di abiti per coprire la propria vulnerabilità (cfr Genesi 3,21), ma è anche l’unico che ha bisogno di raccontarsi, di “rivestirsi” di storie per custodire la propria vita. Non tessiamo solo abiti, ma anche racconti: infatti, la capacità umana di “tessere” conduce sia ai tessuti, sia ai testi».

A.M.