
18 marzo 2025
di Sergio Massironi
Due ricordi d’infanzia mi legano a una pianta poco familiare alla mia terra. La parabola di Giona, il profeta in fuga, finisce all’ombra di un ricino. Nel rito ambrosiano, in cui sono stato allevato, si ascolta questa storia la sera del giovedì santo, prima lettura biblica del triduo pasquale. L’atmosfera solenne e drammatica di quel contesto liturgico accentua la sospensione della vicenda: la pagina finisce con un punto interrogativo, senza concedere certezze circa la fede di uomo che sembra preferire la morte alla misericordia.
Senza misericordia, poi, è la seconda memoria, che lego alla voce di chi associava il ricino alle purghe fasciste: vive ancora in me la testimonianza di anziani partecipi della lotta partigiana, che del terribile olio avevano sperimentato il sapore, quando ancora il regime non ...
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