· Città del Vaticano ·

La prima fotografia di Francesco diffusa dopo un mese di ricovero al “Gemelli” lo ritrae nella cappella dell’ospedale al termine della messa domenicale

In preghiera con il mondo
invocando la pace

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17 marzo 2025

In preghiera. Non poteva che essere questa la prima immagine di Papa Francesco, diffusa dalla Sala stampa della Santa Sede ieri sera, 16 marzo, a un mese dall’inizio del ricovero del Pontefice presso il Policlinico “Gemelli”. Qui, nella cappella dell’appartamento del decimo piano, il vescovo di Roma ha concelebrato la messa nella seconda domenica di Quaresima. Lo scatto fotografico racconta il suo raccoglimento orante davanti all’altare, con indosso ancora i paramenti liturgici. Di profilo, l’espressione assorta, seduto sulla sedia a rotelle, Francesco prega.

Sì, perché come ha scritto lui stesso nella meditazione preparata per l’Angelus diffusa a mezzogiorno di ieri — come accade ogni domenica dal 14 febbraio —, anche nel momento della prova, anche se si è deboli e fragili nel fisico, «niente può impedirci di amare, di pregare, di donare noi stessi, di essere l’uno per l’altro, nella fede, segni luminosi di speranza».

Quella speranza il Pontefice l’ha testimoniata ancora una volta con la sua orazione silenziosa. Una speranza di riconciliazione, soprattutto: «Continuiamo a pregare per la pace, specialmente nei Paesi feriti dalla guerra — si legge nel testo della meditazione mariana —: nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo».

E alla speranza, ancora una volta, Jorge Mario Bergoglio ha volto il suo sguardo, dedicando un pensiero particolare ai tanti bambini che, in questi ultimi trenta giorni, gli hanno manifestato il loro affetto e la loro vicinanza con letterine, disegni, preghiere spontanee recitate davanti alla statua di san Giovanni Paolo ii, posta all’ingresso del nosocomio romano. Anche nella tarda mattinata di ieri, in tanti si sono recati al “Gemelli”, accompagnati dai propri familiari. Un’iniziativa promossa dal Pontificio Comitato per la giornata mondiale dei bambini, guidato da padre Enzo Fortunato, per stringersi con affetto attorno al Pontefice, anche se a distanza. E Francesco ha risposto: «Grazie, carissimi bambini — ha scritto nel testo dell’Angelus — ! Il Papa vi vuole bene e aspetta sempre di incontrarvi». Insieme a tutta la Chiesa universale.

Il testo preparato da Francesco per l’Angelus domenicale 

In trecento si sono ritrovati sul piazzale del Policlinico Gemelli
di Edoardo Giribaldi