· Città del Vaticano ·

Bailamme

L’illusione delle “ricette”
della felicità

 L’illusione delle “ricette” della felicità  QUO-060
14 marzo 2025

di Annalisa Teggi

Tre consigli irrinunciabili per vivere senza stress. Cinque azioni quotidiane per mantenersi giovani. Quattro buone abitudini per vincere la pigrizia.

Siamo assediati da tutorial, beviamo spiegazioni come fossero sciroppi. L’illusione tiene, ma solo per un po’. Può la vita risolversi seguendo una tabella di marcia, facendo le spunte a un elenco scritto da esperti di chiara fama?

In una nota trasmissione radiofonica è stato letto un brano tratto dal libro di un imprenditore e dedicato al segreto per realizzarsi nella vita. L’autore racconta di aver chiesto a ChatGPT: se fossi Satana, come impediresti a un uomo di realizzarsi nella vita?

Da ottimo esecutore, lo strumento d’intelligenza artificiale ha risposto con un elenco, nove punti dell’azione diabolica. L’imprenditore ne desume un invito per i suoi lettori: applica al contrario i nove punti e, voilà, sfuggirai agli artigli del diavolo.

Premessa. Se il diavolo decidesse di fare lo scrittore, sicuramente tirerebbe fuori un bestseller intitolato «Come avere successo nella vita».

Quanto al tema della tentazione del male, è un campo a cui gli strumenti di intelligenza artificiale sono e saranno sempre estranei. Purtroppo, e per fortuna, serve un uomo in carne, ossa e anima per avere voce in capitolo. La tentazione non può essere elaborata e poi disinnescata, occorre patirla.

La tecnologia ha molto potenziale ancora da esplorare, ma possiamo essere sicuri che sia del tutto inutile nel decifrare una zona scabrosamente e unicamente umana: l’esperienza del peccato.

Non se ne esce con un tutorial o una ricetta valida per sempre, si deve continuamente e ripetutamente sprofondare nell’esame di coscienza. È un allenamento più impegnativo, e quindi più sfidante, del mero digitare domande a ChatGPT desumendone oracoli suddivisi in punti. Si devono piantare le mani dentro il proprio cesto della roba sporca, con rammarico, pietà e contrizione.

In controtendenza all’idolatria della perfomance, c’è bisogno di osare gesti di vera carità, come quello di condividere i nostri punti esposti, da cui escono vagiti di una battaglia in corso.

C.S. Lewis ci ha lasciato un testo che racconta la sconfitta di un diavolo, Le lettere di Berlicche. A quelli che gli chiedevano quali approfonditi studi teologici avesse fatto per costruire una trama capace di identificare in modo così potente la tentazione diabolica, Lewis rispose citando un Salmo: «Il mio cuore — non c’è bisogno di quello di altri — mi mostra la malvagità dell’empio».